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Raid Israele su Gaza dopo razzo sparato dalla Striscia

(Keystone-ATS) Sale di nuovo la tensione a Gaza: dopo i tre razzi lanciati questa mattina, di cui uno caduto nei villaggi a sud di Israele, l’aviazione dello Stato ebraico ha colpito “un centro di addestramento del terrore di Hamas nel centro della Striscia”.

Secondo media palestinesi ci sarebbero quattro feriti e ad essere centrata è stata una località vicino il campo profughi di Nuseirat. Secondo i media israeliani che citano fonti vicini ad Hamas, due dei feriti sono agenti di una stazione di polizia.

“Dall’inizio di agosto – ha detto il portavoce militare israeliano Peter Lerner – multipli razzi sono stati lanciati verso il sud di Israele, la maggior parte caduta nella Striscia… Hamas deve assumersi le sue responsabilità o fronteggiarne le conseguenze”. I lanci di oggi sarebbero stati rivendicati sul web da un’organizzazione salafita della Striscia.

La nuova fiammata è avvenuta nel giorno stesso in cui il presidente di Israele Reuven Rivlin ha sottolineato che il Paese sta vivendo “una grande frattura” e non si può escludere che l’attuale tensione conduca ad omicidi politici come avvenuto in passato per l’ex premier Yitzhak Rabin.

Il presidente – esponente storico del Likud (partito di Benyamin Netanyahu), ex ministro di Ariel Sharon ed ex presidente della Knesset – è stato oggetto in queste settimane su alcuni social media di una campagna di incitamento e di odio da parte dei gruppi radicali ebraici.

La colpa di cui è accusato – tanto da finire su internet raffigurato come un nazista, lo stesso che accadde a Rabin – è quella di aver denunciato con grande forza il clima di intolleranza e di fanatismo degli ultrà della destra, specie dopo l’attentato che è costato la vita, poche settimane fa, al bebè palestinese Ali Dawabasheh morto nel rogo della propria casa.

Sulle minacce a Rivlin la polizia ha aperto un’indagine che fa il paio con il pugno di ferro sempre più costante delle forze di sicurezza verso l’integralismo eversivo ebraico.

Rivlin – succeduto alla presidenza ad un personaggio carismatico come Shimon Peres e nel picco della guerra con Hamas a Gaza della scorsa estate – non è certo personaggio da arretrare: le minacce – ha detto chiaro e tondo – “non mi intimidiranno”.

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