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Raid Usa in Libia, presa mente attacco consolato Bengasi

(Keystone-ATS) Era il ricercato numero uno per l’attacco al consolato Usa di Bengasi, dove l’11 settembre 2012 persero la vita quattro cittadini americani, tra cui l’ambasciatore Chris Stevens. È stato catturato due giorni fa nel corso di un raid in Libia delle forze speciali statunitensi, in collaborazione con l’Fbi.

Il suo nome è Ahmed Abu Khattala. Lo hanno scovato nei pressi della città in cui avvenne la strage. Dal gennaio scorso era entrato nella lista dei terroristi stilata dal Dipartimento di Stato, considerato una delle menti del drammatico assalto alla sede diplomatica Usa, leader a Bengasi dell’organizzazione Ansar al-Sharia, un gruppo di militanti islamici sorto nel 2011 dopo la caduta di Gheddafi.

Ora l’uomo è stato già portato fuori dalla Libia. È su una nave militare diretto verso gli Stati Uniti, al centro dei primi interrogatori. La sua comparsa davanti ai giudici della corte di Washington che lo dovrà giudicare è data per imminente.

Barack Obama esulta. Per lui è una grande vittoria sul campo contro il terrorismo, come lo fu il blitz di Abbottabad, in Pakistan, in cui venne ucciso Osama bin Laden. Ma anche come quello dell’ottobre scorso, quando un commando della Delta Force e alcuni agenti dell’Fbi Hostage Rescue Team catturarono in un blitz a Tripoli Nazih Abdul-HAmed al-Ruqai, accusato di aver partecipato nel 1998 alla serie di attentati alle ambasciate Usa nell’Africa orientale.

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