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Raiffeisen: timido ottimismo per il 2016, Pil +0,9%

(Keystone-ATS) Secondo le previsioni pubblicate oggi dal gruppo Raiffeisen, il Prodotto interno lordo (Pil) elvetico segnerà una progressione dello 0,9% nel 2016, dopo il +0,7% dello scorso anno.

Ad un anno dall’abolizione del tasso di cambio minimo franco-euro, prosegue il periodo di transizione per l’economia svizzera. È difficile recuperare dopo lo shock causato dalla decisione del 15 gennaio 2015 della Banca nazionale svizzera (BNS), rilevano gli analisti di Raiffeisen. Per Martin Neff, capo economista del gruppo bancario, “La Svizzera è uno dei pochi paesi ad esporre la propria economia a un clima così rigido, senza ammortizzarne gli effetti”. Questo è preoccupante – prosegue Neff – poiché l’economia corre il rischio di essere strangolata.

L’economia si riprende solo lentamente dalla paralisi dovuta allo shock e per molte aziende, in particolare nell’industria, non esiste praticamente nessuna possibilità di ripristino della competitività di prezzo perduta, rileva Raiffeisen. Il crollo del prezzo del petrolio ha sicuramente un effetto ammortizzante, come pure il fatto che il franco oggi si avvicina, rispetto all’euro, più all’1,10 che non alla parità.

Secondo la banca, le grandi speranze elvetiche sono rivolte alla crescita globale e al superamento della recessione in Europa. La Svizzera ne potrebbe approfittare in fatto di impulsi alla crescita e di meno pressione sulla valuta se le prospettive globali migliorassero.

Un rischio proviene invece dai paesi emergenti, che crescono a un ritmo notevolmente più debole rispetto a quanto previsto ancora un anno fa. Il Brasile e la Russia riescono solo timidamente a uscire dalla recessione, dopo che il crollo del prezzo del petrolio ha inferto un duro colpo alle finanze e ha fatto precipitare le valute. Nel 2016 il modello di crescita della Cina dovrebbe essere seguito criticamente.

Vista la situazione della politica monetaria, secondo Raiffeisen nel 2016 in Svizzera non si prevedono tassi in aumento e si delinea una certa normalizzazione. Per lo meno sul mercato dei capitali nelle durate più lunghe si dovrebbero ottenere nuovamente rendimenti positivi. Sul mercato monetario i tassi tuttavia non lasceranno il territorio negativo nemmeno nel 2016.

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