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Referendum GS: 67mila firme contro legge Servizio informazioni

(Keystone-ATS) Il referendum contro la Legge sul Servizio informazioni (LSI) è riuscito: il comitato “No allo Stato ficcanaso” ha consegnato oggi alla Cancelleria federale le oltre 67mila firme raccolte.

Secondo i referendisti, la LSI erode in maniera massiccia la sfera privata, col rischio di sfociare in un’inutile sorveglianza di migliaia di persone: gli estesi poteri concessi ai servizi segreti trasformano infatti il singolo cittadino in un potenziale sospetto.

Rivolgendosi a una cinquantina di persone riunite sulla Piazza federale il presidente della Gioventù socialista (GS) Fabian Molina – che capeggia il comitato promotore – non ha nascosto la soddisfazione per l’ottimo lavoro svolto e per il numero di firme raccolte in soli 3 mesi. “Una prestazione enorme e contro le aspettative di tanti, che ci hanno più volte chiesto se non fosse meglio lasciar perdere”.

Molina non ha risparmiato una serie di attacchi a Peter Regli, responsabile dei servizi segreti dell’esercito negli anni Novanta, che di recente, in seguito agli attacchi terroristici di Parigi, ha esortato la Svizzera ad aumentare l’autoprotezione in vista di eventuali nuovi attentati e accusato la sinistra di minacciare con il referendum la sicurezza del Paese. “Regli è un tipico prodotto del Servizio informazioni, pronto ad aggirare le leggi e a stringere patti di comodo”, ha esclamato.

La legge sul Servizio informazioni porterà a limitazioni e violazioni, trasformandosi in una seria minaccia per il rispetto della sfera privata, ha aggiunto il presidente GS, facendo riferimento in particolare all’articolo 3 della Dichiarazione universale dei diritti umani, secondo cui “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona”.

Parole di elogio sono andate invece a Edward Snowden, l’ex tecnico della CIA che il 9 giugno 2013 ha rivelato dettagli segreti di diversi programmi di sorveglianza di massa del governo statunitense e britannico. “Snowden – ha enfatizzato Molina – aveva detto di aver compiuto questo passo perché non voleva vivere in un mondo dove non vi è il rispetto della sfera privata e perché convinto di “fare una cosa giusta”. Noi abbiamo deciso di “fare la cosa giusta” con il lancio del referendum e ora siamo carichi e pronti ad affrontare la campagna in vista della votazione”.

Sostenuto da socialisti, Verdi, Partito pirata e altri movimenti, il referendum combatte una legge che doterà il Servizio di informazione della Confederazione di un nuovo arsenale, sotto il controllo del Tribunale amministrativo federale e del capo del Dipartimento della difesa.

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