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Rendite del secondo pilastro: PwC ricorre contro decisione TAF

Il logo della PriceWaterhouseCoopers (PwC). KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) La cassa pensioni della PricewaterhouseCoopers (PwC) ricorre al Tribunale federale di Losanna contro il divieto del Tribunale amministrativo federale (TAF) di rendere flessibili le rendite attualmente versate dal secondo pilastro.

La cassa pensioni aveva modificato il suo regolamento, senza poterlo applicare.

Il regolamento della cassa pensioni PwC prevede per le nuove rendite di vecchiaia un sistema flessibile nella parte sovraobbligatoria: una quota fissa e una variabile, sotto forma di bonus, che dipende dal rendimento degli investimenti. Vorrebbe che non riguardi solo i nuovi clienti, ma anche le rendite in corso.

La competente autorità di vigilanza del canton Zurigo non aveva però accettato tale modifica del regolamento avesse effetto retroattivo. In febbraio la decisione era stata confermata dal TAF.

Nell’ultima edizione del bollettino dell’agenzia AWP, che tratta temi di sicurezza sociale, Josef Bachmann, ex dirigente della cassa pensione PwC, sostiene che il TAF sia partito da una premessa sbagliata.

Nella sua sentenza, il TAF sottolineava che qualsiasi riduzione delle correnti rendite vecchiaia è inammissibile se c’è sufficiente copertura. Secondo il diritto vigente, la PwC non può dunque applicare retroattivamente un sistema che porta all’abbassamento delle entrate. Per fare ciò sarebbe necessaria una modifica di legge.

Bachmann ritiene invece che rendere più “dinamiche” le rendite di vecchiaia non sia equiparabile ad una misura di risanamento. Si tratterebbe piuttosto di un passaggio ad un sistema che tiene conto delle possibilità finanziarie della cassa a lungo termine.

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