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Rendite vecchiaia, no aumento del 10%, commissione

(Keystone-ATS) Dopo il no del Consiglio degli Stati, anche il Nazionale dovrebbe respingere l’iniziativa popolare dei sindacati che chiede un incremento del 10% delle rendite AVS, pari a un aumento mensile di 200 franchi per le persone singole e di 350 per i coniugi.

È quanto raccomanda la competente commissione per 15 voti a 8.

Per la maggioranza della Commissione della sicurezza sociale e della sanità, si legge in una nota odierna dei servizi parlamentari, l’iniziativa “AVSplus: per un’AVS forte” è antieconomica perché comporta un aumento dei contributi sia per i datori di lavoro che per i lavoratori. Il sistema in vigore, inoltre, “funziona bene poiché le rendite più basse vengono incrementate dalle prestazioni complementari”.

Per il momento, scrive la commissione, bisogna concentrarsi sul progetto previdenza per la vecchiaia 2020 già adottato dalla Camera dei cantoni durante la sessione estiva passata.

Una minoranza ha sostenuto invece che l’aumento delle rendite andrebbe a vantaggio soprattutto di quel numero crescente di lavoratori con stipendi bassi.

Agli Stati, la modifica costituzionale è stata sostenuta solo dal campo rosso-verde. Per la maggioranza di centro-destra, l’iniziativa provocherebbe un incremento delle spese dell’AVS di circa 4 miliardi di franchi l’anno e di 5,5 miliardi entro il 2030: un costo esorbitante.

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