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Residenze secondarie, Nazionale per compromesso Weber-UDC-PLR

(Keystone-ATS) Il Consiglio nazionale ha iniziato oggi l’esame della nuova Legge sulle abitazioni secondarie. Malgrado i dibattiti non sono ancora terminati – continueranno domani – appare chiaro che la legislazione d’applicazione della cosiddetta iniziativa Weber sarà largamente approvata dal Parlamento. Ieri, infatti, Vera Weber – che ha sostituito il padre Franz Weber alla testa della fondazione Helvetia Nostra all’origine dell’iniziativa – ha trovato un accordo con PLR e UDC.

L’associazione ecologista ritiene infatti la soluzione proposta dagli Stati e dalla commissione preparatoria del Nazionale troppo blanda e non ha nascosto l’intenzione di lanciare il referendum se non venissero apportati correttivi. L’accordo di ieri rappresenta quindi un “patto di non aggressione”: se il Parlamento accetta di applicare una versione più restrittiva di quanto finora proposto, Helvetia Nostra promette di rinunciare alla raccolta delle firme.

Oggi, come da copione, il Parlamento si è allineato a quanto deciso ieri ed ha approvato a larga maggioranza i tre interventi individuali di Amstutz e Huber. Solo PPD e PBD avrebbero voluto continuare sulla via tracciata dalla commissione che prevedeva una soluzione molto meno restrittiva. Le proposte dello schieramento rosso-verde per un’applicazione più rigida sono invece tutte state bocciate.

Di conseguenza, la possibilità di realizzare nuove abitazioni sfruttate a scopi turistici è stata ridotta. Contrariamente a quanto proposto dal Consiglio degli Stati, il proprietario sarà obbligato ad affittare questi alloggi attraverso una struttura ricettiva organizzata, non basterà la disponibilità a farlo.

Per la sinistra, questa disposizione avrebbe aperto la porta a ogni abuso. “Non c’è alcun modo di sapere se questi alloggi sono realmente affittati a qualcuno o se si limitano a creare nuovi ‘letti freddi'”, aveva sostenuto Silva Semadeni (PS/GR).

In votazione, la soluzione di compromesso l’ha spuntata per 146 voti contro 42 e 6 astensioni. Solo PPD e PBD l’hanno combattuta, appoggiati dalla consigliera federale Doris Leuthard, sostenendo che le regioni turistiche hanno bisogno di queste nuove possibilità.

Il secondo compromesso concerne i vecchi hotel non più redditizi. Il governo e la commissione preparatoria del Nazionale (ma non il Consiglio degli Stati) volevano concedere la possibilità di trasformare vecchi alberghi (gestiti da almeno 25 anni) in residenze secondarie.

Oggi la Camera del popolo ha adottato – con 145 voti contro 44 e 3 astenuti – il più classico dei compromessi: solo il 50% della superficie potrà essere riutilizzata come abitazione di vacanza. “Se non si fa niente si corre il rischio di avere edifici abbandonati nei centri dei villaggi”, ha spiegato Jean-René Germanier (PLR/VS). Anche qui solo PPD e PBD hanno difeso la soluzione più liberale.

Sempre per quanto riguarda gli hotel, il Nazionale ha confermato la proposta degli Stati concernente la possibilità di costruire nuovi alloggi per finanziare il funzionamento degli alberghi. Le nuove superfici non potranno superare il 20% dell’insieme di quelle utili principali; se questi spazi rimangono di proprietà dell’albergo la percentuale potrà essere del 33%. La proposta dello schieramento rosso-verde di uniformare i due tassi al 20% è stata bocciata con 111 voti contro 78 e due astensioni.

L’ultimo aspetto contenuto nell’accordo raggiunto tra Vera Weber e PLR-UDC riguarda la trasformazione di edifici storici in abitazioni secondarie. Con 156 voti contro 36, la maggioranza ha voluto concedere ai comuni la possibilità di autorizzare la trasformazione di monumenti protetti e “edifici tipici del sito” in case di vacanza.

Il Consiglio degli Stati avrebbe voluto estendere questa possibilità anche agli immobili semplicemente degni di essere preservati. Per la sinistra questa soluzione non era però accettabile dato che non esiste una definizione di “oggetto degno di essere preservato”, ha spiegato Adèle Thorens Goumaz (Verdi/VD). Di conseguenza i comuni potrebbero dichiarare degna di interesse ogni sorta di costruzione.

Il dibattito è poi stato interrotto verso le 13.00, riprenderà domani mattina alle 08.00. Tra i punti ancora da discutere figurano la possibilità di ampliare le residenze secondarie costruite prima dell’11 marzo 2012, data di approvazione dell’iniziativa, e la possibilità di trasformare in case di vacanza le abitazioni costruite prima di tale data.

Domani si discuterà anche dell’opportunità di dichiarare urgente la nuova legge. In questo modo, anche se il popolo dovesse opporsi con un referendum, la normativa rimarrebbe in vigore per un anno. Tuttavia, visto l’accordo raggiunto tra Vera Weber e PLR-UDC, l’applicazione urgente dovrebbe venir bocciata dato che non ha più ragione di esistere.

Prima della discussione particolareggiata, a mo di aperitivo, il Nazionale ha discusso di due proposte dello schieramento rosso-verde che volevano rinviare il progetto al Consiglio federale. Durante le deliberazioni si era già intuito l’esito del dibattito, con la sinistra a chiedere una applicazione rigida dell’iniziativa e la destra che voleva maggiori eccezioni al limite del 20% fissato per ogni singolo comune.

La prima proposta di rinvio, bocciata con 134 voti contro 59, chiedeva al governo di riformulare la legge in modo più restrittivo. “C’è bisogno di ‘letti caldi’ e non ‘letti freddi'”, ha spiegato Bastien Girod (Verdi/ZH) invitando i colleghi a prendere sul serio la volontà popolare espressa.

La seconda proposta voleva che l’esecutivo presentasse un nuovo progetto in cui veniva riformulato l’articolo costituzionale sulle residenze secondarie. Per il suo autore, il vodese Roger Nordmann (PS), l’articolo costituzionale è mal concepito e in taluni casi controproducente. Va quindi riscritto, anche per evitare le numerose discussioni sulla sua applicazione.

Un rinvio è controproducente e non servirebbe a niente, bisogna guardare avanti, ha invece sostenuto il relatore della commissione Albert Rösti (UDC/BE). “Le regioni turistiche di montagna chiedono la fine dell’attuale incertezza. Solo adottando rapidamente il progetto si potrà avere la certezza del diritto”, ha spiegato il bernese.

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