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Ricchezza: svizzeri primi al mondo, ma altrove aumenta di più

Un'immagine simbolica mostra un portafoglio che contiene diverse banconote di franchi svizzeri (foto d'archivio). Keystone/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Il patrimonio medio delle famiglie svizzere rimane il più elevato al mondo, ma la ricchezza aumenta a ritmi molto meno sostenuti che altrove e l’indebitamento è ai livelli più alti del pianeta.

È quanto emerge da uno studio periodico pubblicato oggi dall’assicuratore tedesco Allianz, che mette anche il luce come a livello mondiale la classe media sia in espansione.

Stando alla settima edizione del Global Wealth Report, che propone un’analisi delle famiglie di oltre 50 paesi, gli anni delle vacche grasse in materia di progressione della crescita della ricchezza sembrano essere superati: nel 2015 il patrimonio finanziario lordo delle famiglie è cresciuto complessivamente del 4,9%, valore di poco superiore al tasso di crescita complessivo dell’economia. Nei tre anni precedenti la ricchezza era invece aumentata a ritmo praticamente doppio, con tassi medi del 9%.

“La dinamica di sviluppo della ricchezza a livello mondiale è giunta a un punto critico”, commenta Michael Heise, capo economista di Allianz, citato in un comunicato. La politica monetaria ultra-espansiva non sta avendo successo. “Continuiamo poi ad assistere a una discesa dei tassi, arrivati anche sotto quota zero, con prospettive assolutamente non rosee per i risparmiatori”.

Il rallentamento della crescita della ricchezza interessa soprattutto l’Europa occidentale (+3,2%), gli Stati Uniti (+2,4%) e il Giappone. All’opposto troviamo invece l’area asiatica (escluso il Giappone), con un incremento del 14,8% e un distacco crescente rispetto al resto del mondo. I Paesi asiatici crescono a un ritmo doppio anche in rapporto alle altre due regioni emergenti, America latina ed Europa dell’Est, che ormai non riescono più a tenere il passo dei giganti asiatici. Su un patrimonio finanziario mondiale lordo stimato in 155mila miliardi di euro, l’Asia (escluso il Giappone) detiene ora una fetta del 18,5% e dall’inizio del nuovo secolo ha visto più che triplicare la propria quota, superando anche l’Eurozona (14,2%).

Lo scorso anno il patrimonio finanziario lordo è cresciuto in Svizzera dell’1,7%, quello netto dell’1,3%, valori entrambi nettamente inferiori alla media europea. La Confederazione resta in coda alla classifica anche nel confronto sul lungo periodo: dal 2007, anno precedente la crisi finanziaria, il patrimonio pro capite netto degli svizzeri è cresciuto di appena il 4,5%, rispetto a una media europea del 31% circa.

Per farsi un’idea – sottolineano gli economisti di Allianz – basti pensare che, nel periodo indicato, le famiglie dei Paesi Bassi hanno quasi raddoppiato il proprio patrimonio pro capite, e questo nonostante la crisi finanziaria e valutaria. Incrementi altrettanto importanti sono stati registrati in Danimarca e in Svezia, con percentuali di crescita superiori al 60%. Oltre che in Svizzera, lo sviluppo patrimoniale è invece stato deludente in Italia, dove la ricchezza pro capite è praticamente rimasta invariata, e in Grecia, dove si è addirittura dimezzata.

La crescita lenta degli ultimi anni non impedisce comunque alla Svizzera di continuare a occupare indisturbata la prima posizione della classifica dei Paesi più ricchi, con un patrimonio netto pro capite di 170’590 euro (circa 186’000 franchi), circostanza a cui ha contribuito anche la forza del franco. Accanto alla Svizzera e agli Stati Uniti “eterni secondi”, da un po’ di anni a questa parte la classifica risulta dominata dalle nazioni scandinave e asiatiche. Un marcato arretramento ha riguardato invece soprattutto i Paesi dell’area euro, in particolare l’Italia e la Francia. Ormai un solo stato dell’Eurozona compare nella top 10 dei patrimoni finanziari lordi: l’Olanda.

Gli svizzeri sono però anche i primi nel fare debiti. Dal 2007 l’indebitamento ha vissuto un’impennata vicina al 20%, rispetto a una media europea del 10%. In termini assoluti, le famiglie svizzere guidano la classifica mondiale: con 90’220 euro (circa 98’000 franchi), il debito pro capite svizzero resta ben superiore a quello di tutte le altre nazioni. Il livello di indebitamento medio di uno svizzero è pari a quello di due americani, di quattro tedeschi o di 30 cinesi. “ll debito ha raggiunto livelli estremamente elevati e un eventuale rialzo dei tassi potrebbe mettere in grave difficoltà le famiglie svizzere”, sottolinea Severin Moser, CEO di Allianz Suisse.

Tornando a livello globale, la ricchezza appare meglio distribuita. La parabola di crescita dei Paesi emergenti consente a un numero sempre maggiore di individui di partecipare al benessere economico complessivo e di andare a formare una nuova classe media globale, fenomeno a cui va ad aggiungersi la sensibile diminuzione della povertà a livello mondiale negli ultimi decenni.

La fetta più consistente dei cinque miliardi di persone nelle nazioni analizzate da Allianz si colloca ancora nella fascia più bassa: ma questo gruppo è passato dall’80% del 2000 al 69% del 2015. Negli ultimi anni sempre più persone – per la precisione quasi 600 milioni – sono riuscite a compiere il salto nella classe media.

Superando il miliardo di individui, la cifra complessiva è dunque più che raddoppiata, con la classe media che rappresenta ora circa il 20% della popolazione globale (dato precedente: 10%). Rispetto all’inizio del secolo anche la sua fetta di patrimonio si è quasi triplicata, raggiungendo a fine 2015 quota 18%. La classe media globale non solo si espande, ma è anche sempre più ricca.

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