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Richieste asilo: situazione stabile, piano urgenza non attivato

(Keystone-ATS) Confederazione e cantoni hanno deciso oggi di non attivare, per ora, il piano d’urgenza riguardante l’asilo: la situazione non lo esige ancora e le misure adottate finora sono sufficienti, ha indicato stasera all’ats la ministra della giustizia Simonetta Sommaruga.

Nel corso di un incontro oggi a Zurigo, la Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS), quella dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDG) e i rappresentanti della Confederazione hanno ribadito l’intento di proseguire la “stretta collaborazione”. La Svizzera sta attraversando una “una situazione di particolare tensione” sul fronte dell’asilo, ma non è ancora necessario ricorrere allo Stato maggiore Asilo (SONAS) che dovrà dirigere il piano d’urgenza.

Lo Stato maggiore Asilo affianca il Consiglio federale nella gestione strategico-politica della situazione straordinaria e coordina tutte le attività relative alla politica di asilo e di immigrazione all’interno e all’esterno dell’Amministrazione federale.

Le conferenze cantonali chiedono però al Consiglio federale di delegare la decisione di impiegare il SONAS ai consiglieri federali Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), e Ueli Maurer, del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), affinché possa essere presa in tempi rapidi.

La situazione cambia di giorno in giorno, sottolineano i partecipanti all’incontro odierno in una nota congiunta: va monitorata costantemente. Dall’inizio del mese i centri di registrazione e procedura in Svizzera hanno mediamente accolto circa 250 persone al giorno: nei primi 12 giorni di novembre sono state dunque registrate statisticamente 2121 richieste.

Secondo la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) la crisi migratoria che sta interessando l’Europa tocca la Svizzera ma in maniera più marginale. A ottobre le richieste di asilo sono state 4750, ovvero 206 in più rispetto a settembre. In calo, nel mese in questione, i rifugiati eritrei, mentre aumentano gli afghani. Nei primi dieci mesi dell’anno sono state censite complessivamente 28’962 richieste.

La SEM precisa che nel 2015 la rotta migratoria da sud-est – che attraversa la Turchia, la Grecia e i Balcani – ha acquisito sempre maggiore importanza, fino a diventare la principale via di fuga verso l’Europa occidentale: dall’inizio dell’anno, oltre 600’000 migranti sono approdati in Grecia provenienti dalla Turchia.

La Svizzera continua a non rappresentare una meta primaria per le persone che giungono in Europa lungo questa rotta. Rispetto all’insieme dell’Europa, l’aumento del numero di richieste d’asilo in Svizzera permane a livelli moderati: a titolo di paragone, nell’ottobre 2015 ne sono state registrate 10’632 in Austria, 8666 in Norvegia e 39’181 in Svezia.

Ma la situazione nel settore dell’asilo è in continua mutazione, precisa la SEM: “a breve termine possono intervenire sviluppi diversi, il che rende impossibile fare previsioni attendibili”. Collaborando con i Cantoni, la SEM ha accresciuto le proprie capacità di accoglienza: dai 2300 posti letto disponibili nella primavera scorsa si passerà, nei prossimi giorni, a quota 4300.

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