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Riforma imprese: perdite fiscali di 3 miliardi annui, comitato “no”

(Keystone-ATS) Se fosse approvata il prossimo 12 febbraio, la terza riforma dell’imposizione delle imprese (RI imprese III) provocherebbe ogni anno perdite fiscali di 3 miliardi di franchi.

A risentirne sarebbero gli enti pubblici, che avrebbero a disposizione meno soldi, e i contribuenti, che si vedrebbero aumentare le imposte. Lo afferma un comitato, denominatosi “Appello per la protezione del ceto medio”, formato da PS, Verdi, sindacati e altre organizzazioni.

La riforma concede nuovi privilegi fiscali alle grandi aziende e ai principali azionisti, ha affermato il comitato in una conferenza stampa oggi a Berna. Stando ai presidenti del partito socialista, Christian Levrat, e dei Verdi, Regula Rytz, il Parlamento ha trasformato il progetto iniziale elaborato dal Consiglio federale in un “festival di deduzioni” che provocherà almeno 3 miliardi annui di minori introiti.

A patirne saranno non solo le città, i comuni, le Chiese riconosciute e i dipendenti pubblici, ma anche i cittadini, per i quali un aumento delle tasse sarà inevitabile, hanno sottolineato Levrat e Rytz. A loro avviso, il progetto sottoposto a votazione costituisce una sorta di “scatola nera” e nessuno sa dire con esattezza a quanto ammonterà la fattura finale.

Secondo la responsabile delle finanze della città di Winterthur (ZH), Yvonne Beutler, se fosse accolta, la RI imprese III provocherebbe la soppressione di prestazioni per le scuole, gli anziani e la sicurezza. “Per compensare tali perdite, la città si vedrà costretta ad aumentare le imposte”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Barbara Bussmann, membro della Parrocchia di Zurigo: “anche le chiese dovranno procedere a tagli massicci nel lavoro quotidiano in favore della gioventù, delle famiglie, dei rifugiati o in materia di integrazione. Altre prestazioni, come le visite negli ospedali, saranno minacciate”.

Dal fronte sindacale giunge l’avvertimento che il progetto avrebbe pesanti ripercussioni anche sulla formazione, la sanità e i servizi pubblici. Stando a Katharina Prelicz-Huber, presidente del Sindacato svizzero dei servizi pubblici (SSP/VPOD), la riforma comporterà “meno pompieri, poliziotti, educatori per gli asilo nido, meno personale per case anziani, teatri, scuole di musica o centri giovanili”.

Per tutti questi motivi, il comitato rosso-verde invita a votare “no” il prossimo 12 febbraio.

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