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Rifugiati e lavoro: buoni risultati programma integrazione, SEM

Elettricista al lavoro KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Sono positivi i riscontri del progetto pilota di integrazione nel mondo del lavoro per rifugiati e persone ammesse provvisoriamente.

Due terzi dei partecipanti hanno trovato un posto di apprendistato, sottolinea la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) in una nota odierna, aggiungendo che sia le scuole che le aziende coinvolte si sono dette soddisfatte.

Lanciato nell’estate del 2018, il “Programma di pretirocinio d’integrazione” ha visto la partecipazione di 750 persone, 610 delle quali lo hanno concluso con successo. Circa il 75% di loro ha poi trovato uno sbocco nella formazione professionale di base, nel quadro di un attestato federale di capacità (27%), oppure di un certificato federale di formazione pratica (73%), precisa la SEM. Il 5% ha trovato direttamente un impiego.

Circa il 19% dei partecipanti ha sciolto anticipatamente il contratto. Si tratta di una percentuale analoga a quella riscontrata nella formazione professionale di base. I motivi sono molteplici: problemi di salute, mancanza delle necessarie competenze scolastiche e linguistiche, desiderio di orientarsi verso un altro tipo di qualifica, assunzione di un’attività lucrativa ordinaria remunerata.

Incoraggiata dai risultati positivi, la SEM intende ora perfezionare il programma e svilupparlo ulteriormente affinché corrisponda ancor meglio agli obiettivi prefissati. A tale scopo sono state sentite le scuole, le aziende e i partecipanti.

La maggior parte delle imprese si è detta soddisfatta, tanto che solo il 5% di esse non sarebbe pronta a rinnovare la propria partecipazione al progetto, che considerano un utile strumento di reclutamento.

Gli specialisti in materia di formazione vedono un potenziale di miglioramento in particolare nel quadro dell’accompagnamento esterno dei partecipanti e dello scambio di informazioni con altre aziende. Anche in campo linguistico esiste un margine progresso, rileva la SEM, e in futuro occorrerà predisporre offerte specifiche in tal senso.

Lo scorso mese di maggio il Consiglio federale aveva deciso di di prorogare questo programma pilota di altri due anni, ossia fino alla fine dell’anno di formazione 2023/2024, e di estenderlo anche a ragazzi e giovani adulti al di fuori del settore dell’asilo. L’accento sarà posto su persone provenienti dall’UE/AELS e da Stati terzi giunte in Svizzera nel quadro del ricongiungimento familiare, che non hanno assolto una formazione secondaria II e rischiano di essere a carico dell’assistenza sociale.

Il Consiglio federale ha deciso di introdurre questo programma a fine 2015. Della durata di un anno, il pretirocinio di integrazione è promosso in collaborazione con 18 Cantoni – tra i quali il Ticino – e dodici associazioni settoriali. Il progetto contribuisce agli obiettivi dell’Agenda Integrazione Svizzera.

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