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Ritorno a casa per i “marziani” della Nasa

Finisce l'avventura dei sei ricercatori isolati per un anno alle Hawaii per simulare una spedizione su Marte. Keystone/AP University of Hawaii at Manoa/NEIL SCHEIBELHUT sda-ats

(Keystone-ATS) Finisce l’avventura dei sei ricercatori isolati per un anno alle Hawaii per simulare una spedizione su Marte, con la missione della Nasa ‘Hi-Seas’.

Questa sera alle 21 (ora svizzera) lasceranno la grande cupola che è stata la loro ‘casa spaziale’ sulle pendici del vulcano Mauna Loa, per tornare nei rispettivi Paesi d’origine con le valigie cariche di ricordi, dati scientifici e nuove abitudini ‘marziane’.

Lo racconta all’agenzia di stampa italiana ANSA proprio uno di loro, il giovane astrobiologo francese Cyprien Verseux, ormai pronto per tornare a lavorare tra l’Università di Tor Vergata e il Centro di ricerca Ames della Nasa a Moffet Field, in California.

Dopo aver vissuto 12 mesi come nel film ‘The martian’, Verseux afferma convinto: “una missione spaziale su Marte è realistica nel prossimo futuro, le difficoltà tecnologiche e umane sono superabili”.

Lo racconta a poche ore dalla partenza attraverso un’email, unico mezzo con cui può comunicare con il mondo esterno con un ‘ritardo’ di 20 minuti (per simulare i reali tempi di trasmissione col pianeta rosso).

In questo anno, Verseux è stato impegnato a studiare l’impiego dei batteri per convertire le poche risorse marziane in sostanze nutritive per le piante necessarie alla sopravvivenza dell’uomo. “I risultati sono molto incoraggianti – scrive il ricercatore – l’idea funziona!”. Due i ‘souvenir’ che porterà a casa da questo viaggio: l’ukulele e una maggiore “attenzione nel consumo delle risorse come acqua, cibo ed energia”.

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