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Ritorno flop dei gilet gialli, solo scontri a Parigi

Non è stato un ritorno in forze. KEYSTONE/EPA/JULIEN DE ROSA sda-ats

(Keystone-ATS) Il ritorno dei gilet gialli, annunciato per il 12 settembre da due mesi di messaggi sui social network, è stato un flop in Francia.

Pochissimi partecipanti – un migliaio a Parigi – solite violenze e scontri con la polizia con 250 persone fermate e nessuna “convergenza di lotte” con i No Mask, che non si sono visti. A due anni dalla loro apparizione, i gilet gialli che hanno infiammato i fine settimana per lunghi mesi nel 2019, sembrano aver perso incisività e consenso.

Fra tutti i leader spuntati nella breve storia del movimento – nato per protestare contro il rincaro ecologico del gasolio – oggi il solo Jerome Rodrigues restava sulle barricate ad arringare i suoi: “Non c’è nessun ritorno dei gilet gialli, è solo una costruzione mediatica! Ci hanno messo in un armadio, massacrati. Ma la rabbia c’è sempre, nelle case, nelle fabbriche, intorno alle macchinette per il caffè. Forse non potrà essere gialla, ma c’è. Quelli che hanno tenuto in braccio la Francia per i due mesi di lockdown sono stati gli aiuto-infermieri, le cassiere, gli spazzini. Tutti gilet gialli!”.

L’epicentro degli scontri, come vuole la tradizione, sono stati i dintorni degli Champs-Elysées, blindati dalla polizia per evitare i gravi danni che funestarono alcune manifestazioni del passato, finite con ingenti danni alla celebre avenue. Dopo alcune cariche con i lacrimogeni in mattinata, gruppi di giovani con il volto coperto più da passamontagna che da mascherine hanno tentato di violare gli sbarramenti, soprattutto attorno all’adiacente avenue de Wagram. Ne sono nati scontri che si sono protratti per un paio d’ore ma nessuno è penetrato nella zona vietata: “È escluso che si possano verificare distruzioni e caos sugli Champs-Elysées”, aveva avvertito, drasticamente, il prefetto Didier Lallement.

Triste epilogo anche per un secondo corteo, con partenza fissata alla place de la Bourse: all’arrivo dell’umorista Jean-Marie Bigard, che si presenta come simpatizzante del movimento, fischi e spintoni lo costringono a rifugiarsi in un caffè per evitare il peggio. L’accusa: aver criticato Rodrigues.

Poche centinaia di gilet gialli sono stati contati anche negli appuntamenti di Tolosa, Marsiglia, Tolone, Nizza, Bordeaux o Strasburgo. Non si segnala alcun incidente di rilievo con il nuovo sistema di granata ‘anti-accerchiamento’ annunciato alla vigilia dal ministro dell’Interno, Gerald Darmanin: un ordigno in dotazione alla polizia al posto di quello che tante polemiche aveva sollevato per le ferite riportate da molti gilet gialli durante i disordini.

Se non si sono visti i No Mask, c’erano però anche i proprietari delle discoteche a protestare per la chiusura dei loro locali, che si protrae da mesi causa pandemia. Il Collettivo che li riunisce ha chiarito che le discoteche “non sono legate ai gilet gialli” ma li “sostengono”: “Sono nostri clienti, nostri vicini. Se si continua così, domani saremo tutti gilet gialli”.

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