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Riuscito referendum contro aerei combattimento

Un F/A-18 a Payerne. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) Il referendum contro l’acquisto di nuovi aerei da combattimento è formalmente riuscito: 65’685 firme sulle 65’913 consegnate la scorsa settimana contro il decreto federale sono valide.

Lo comunica oggi la Cancelleria federale, ricordando che il popolo sarà chiamato a esprimersi in proposito il prossimo 27 settembre: gli svizzeri non voteranno né sul modello di aereo né sul numero si velivoli, ma solo sul principio dell’acquisto.

Consiglio federale e Parlamento intendono comperare dal 2025 nuovi aerei da combattimento per sei miliardi di franchi che dovrebbero sostituire l’attuale flotta di F/A-18 e Tiger. Gli oppositori ai nuovi jet da combattimento – il Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE), il Partito Socialista e i Verdi – sostengono che i costi siano troppo elevati.

Per l’intera durata di vita dei velivoli, comprese le spese di esercizio e di manutenzione, si calcolano infatti costi per i contribuenti di 24 miliardi di franchi. Questo denaro mancherà altrove: nell’istruzione, nei trasporti pubblici o nell’AVS.

I sostenitori dei nuovi caccia – tra cui PLR, UDC, PPD, PBD, PVL e PEV – controbattono che la protezione della popolazione è tutt’altro che un “lusso”.

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