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Russia: blitz Greenpeace, sit-in a Gorky Park, fuori “Arctic 30”

(Keystone-ATS) Sale la pressione internazionale e si moltiplicano le iniziative di solidarietà in tutto il mondo, anche a Mosca, a favore dei 28 attivisti di Greenpeace, fra cui uno svizzero, e dei due giornalisti freelance detenuti a Murmansk con la controversa accusa di pirateria dopo il blitz contro una piattaforma petrolifera artica di Gazprom. Dopo l’appello a Putin di undici premi Nobel, tra cui Dario Fo, e la telefonata della Merkel al leader del Cremlino, oggi quasi 10 mila persone hanno preso parte a 85 eventi in tutto il mondo, per chiederne l’immediata scarcerazione, nel trentesimo giorno di arresto.

Nella capitale russa la protesta è andata in scena nel leggendario Gorky Park, che ospita uno speaker’s corner, sul modello di Hyde Park. Qui un gruppo di ambientalisti e difensori dei diritti umani in tuta termica arancione ha manifestato mostrando la foto degli arrestati e un grande cartello giallo che chiedeva sia la loro liberazione sia la difesa dell’Artico.

Non sono mancate le provocazioni. Al Gorky Park è spuntata una persona travestita da orso polare con un cartello recante la scritta in inglese e russo “L’Artico ha bisogno di ecologisti, ma non di eco-terroristi”. Dopo una ventina di minuti, l’ “orso” è stato portato via dalla polizia a bordo di un pullmino.

A Murmansk, invece, sei uomini incappucciati sono penetrati nell’edificio che ospita l’ufficio di Greenpeace. È scomparsa una gabbia che sarebbe servita oggi per un’iniziativa di solidarietà verso gli “Arctic 30”.

La mobilitazione ha fatto il giro del mondo. Alla base del monte Everest è stato aperto uno striscione, mentre a Città del Messico gli attivisti di Greenpeace hanno costruito una cella attorno al monumento a Gandhi. Nel centro di Groningen (Olanda), città natale di uno degli attivisti imprigionati e città gemellata con Murmansk, è stata eretta una gabbia gigantesca.

A Bangkok la gente si è radunata al tempio di Wat Phra Kaeo e ha composto con i fiori la scritta “Free the Arctic 30”. La stessa scritta è stata proiettata sull’ Alahambra, a Granada, in Spagna. In India, a Bangalore, il raduno è stato indetto a “Freedom Park”, dove una volta c’era una prigione, mentre in Germania da settimane si svolge una lunga e partecipata veglia.

A Napoli, città natale dell’attivista italiano Christian d’Alessandro, da stasera tutti sono invitati a unirsi a un sit-in in piazza Dante, al quale domani sono attesi anche i familiari.

“Sono passati 30 giorni da quando la nostra nave è stata sequestrata e gli attivisti arrestati con quest’assurda accusa di pirateria che potrebbe costare loro fino a 15 anni di carcere” afferma Kumi Naidoo, direttore internazionale di Greenpeace. “Gli Arctic 30 erano lì per difendere un ambiente fragile per tutti noi, e ora dobbiamo sostenerli”, ha aggiunto.

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