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Schneider-Ammann: no problem vendere a cinesi se impieghi rimangono

Il consigliere federale e ministro dell'economia Johann Schneider-Ammann (foto d'archivio). KEYSTONE/GIAN EHRENZELLER sda-ats

(Keystone-ATS) La Svizzera sta svendendo le sue aziende alla Cina?

Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann non condivide l’allarme lanciato da alcuni politici: gli investimenti non rappresentano alcun problema se i posti di lavoro rimangono nella Confederazione, afferma il ministro dell’economia.

“Viviamo in un mercato aperto e questo porta benessere e occupazione”, afferma Schneider-Ammann in un’intervista pubblicata oggi dal Blick. “Presso Syngenta per esempio un azionariato finora già per la gran parte internazionale è stato sostituito da un altro azionariato, cinese questo. Posso capire che ciò provochi dei dubbi a parecchie persone. Ma io posso accettare la situazione se la tecnologia e l’innovazione rimangono, e con loro anche gli impieghi. È questo che conta!”.

Il consigliere federale PLR ricorda che quale presidente di Swissmem, l’organizzazione dell’industria delle macchine, si è sempre detto favorevole all’arrivo di investitori stranieri nell’industria elvetica, a patto che rispettassero le regole e non fossero orientati a un profitto di breve termine.

Il ministro non crede al pericolo di una futura delocalizzazione verso Paesi dell’est. “Spostare il know how non è così facile: le conoscenze sono nelle teste svizzere”, spiega . “I soli dati o manuali servono a poco: decisivi sono gli esseri umani e costoro non si lasciano trasportare a migliaia in altri Paesi”. “Ciò che conta – ribadisce – è che vengano preservati i posti di lavoro”.

Nell’intervista Schneider-Ammann non prende direttamente posizione sul pericolo di una statalizzazione di imprese svizzere comprate da gruppi cinesi. E anche riguardo al fatto che le società elvetiche non possono investire allo stesso modo nel Paese asiatico, il consigliere federale si limita a dire che “non è escluso” che, nel quadro dell’accordo di libero scambio, si affronti il tema, anche se va considerato che già l’Ue e gli Usa in questo campo non sono riusciti a ottenere quello che volevano. Inoltre – argomenta il 65enne – tenuto conto della grandezza dell’economia gli investimenti svizzeri all’estero sono fra i più importanti al mondo.

Diverso, secondo Schneider-Ammann, è invece il discorso per alcuni rami particolari. “I settori strategici con interesse nazionale devono continuare a essere controllati dalla Svizzera e non possono finire in mani straniere. Sebbene sia un liberale, non aiuterò a vendere all’estero dighe, la Ruag o la maggioranza di Swisscom. Anche le superfici agricole devono rimanere in mani elvetiche”.

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