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Scioperi, la Francia sull’orlo di una crisi di nervi

La stazione di Bordeaux desolatamente vuota. KEYSTONE/EPA/SN chs sda-ats

(Keystone-ATS) In Francia lo sciopero contro la riforma delle pensioni di Emmanuel Macron va avanti a oltranza.

Al termine di una lunga giornata di confronto, sindacati e governo non sono ancora riusciti a trovare una quadra, spaccati sull’età d’equilibrio a 64 anni a cui il governo non sembra al momento disposto a rinunciare.

Con l’approssimarsi del Natale la situazione dei trasporti sembra migliorare leggermente. Domani, nel sospirato venerdì dell’esodo da Parigi, la compagnia ferroviaria Sncf ha garantito che circolerà la metà dei treni ad alta velocità Tgv, miglior prestazione delle ultime due settimane, anche se l’invocata “tregua” natalizia ancora non c’è stata e forse non ci sarà.

Lieve miglioramento, previsto per venerdì, anche nella rete metropolitana di Parigi, nonostante l’inferno degli ingorghi che continua a stringere la capitale in una morsa di traffico e di smog.

Il premier Edouard Philippe ha riunito le parti sociali a Palazzo Matignon nella speranza di trovare un compromesso. Ma non c’è stato niente da fare. Al momento, Philippe non sembra voler rinunciare alla contestatissima età d’equilibrio. “È un principio giusto. Significa permettere a tante persone di andare in pensione prima”, ha ripetuto in serata. Parole che certo non sono piaciute ai sindacati duri e puri: a fine giornata la Cgt ha annunciato a nome del collettivo intersindacale una nuova giornata di protesta per il 9 gennaio.

La speranza è riportare tanta gente in piazza dopo le manifestazioni nazionali del 5 e del 17 dicembre. Il che non esclude che le agitazioni continueranno, come già annunciato, anche nei prossimi giorni e fino a fine dicembre, incluso nei giorni natalizi, a meno che la riforma non verrà ritirata in blocco. Deluso dall’esito dell’incontro col governo il leader della Cgt, Philippe Martinez. “Il premier ha confermato che vuole introdurre un sistema a punti. Oggi non ci sono grandi annunci. Tiene all’equilibrio del sistema e quindi, da questo punto di vista, non ci sono novità rispetto agli annunci precedenti”.

Uno spiraglio è invece arrivato da Laurent Berger, capo del sindacato riformista Cfdt e vero e proprio ago della bilancia nella complicata trattativa. Per lui, ricercare un equilibrio di “breve termine”, vale a dire l’introduzione dell’età ‘cardine’ a 64 anni già dal 2022, resta un “duro ostacolo”. E tuttavia, ha proseguito dopo l’incontro a Matignon, “abbiamo percepito uno spirito di apertura da parte del primo ministro”.

Parlando di “clima costruttivo” Berger ha poi precisato che il suo sindacato non aderirà alla protesta del 9 gennaio, contrariamente a Cgt, Solidaires e Forces Ouvrière. Intende invece partecipare a nuovi confronti con l’esecutivo dopo il primo dell’anno. Questa quindicesima giornata di sciopero è stata segnata da nuovi cortei e manifestazioni a Parigi e in altre città di Francia ma anche da nuovi blackout elettrici come quelli rivendicati nei giorni scorsi dai sindacati più radicali. Il distributore Enedis, responsabile della rete, ha denunciato “atti dolosi”, che hanno colpito 18’000 nuclei famigliari nei Pirenei Orientali e nel dipartimento dell’Aude.

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