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Scontri a Tel Aviv fra ebrei etiopi e polizia

(Keystone-ATS) Dopo Gerusalemme la settimana scorsa, anche Tel Aviv è teatro della protesta degli ebrei di origine etiope (falashà) contro quella che definiscono “la violenza razzista della polizia”.

Ieri sera in piazza Rabin, nel cuore della città, sono avvenuti violenti incidenti tra le forze dell’ordine e centinaia di manifestanti dopo che, secondo alcune fonti, diversi di questi hanno tentato di entrare nel palazzo del municipio che sovrasta il luogo.

“Né bianchi né neri, solo esseri umani” hanno gridato in molti datisi appuntamento nel primo pomeriggio nei pressi degli uffici governativi sotto le ‘Azrieli Towers’ ad un passo dalla ‘Ayalon’, la tangenziale che entra in città.

Dopo aver bloccato il traffico, si sono verificati i primi tafferugli con la polizia. Poi, dopo tre ore – con la zona interamente isolata – il corteo, a cui si sono aggiunti attivisti sociali, si è diretto nella piazza dove sorge il municipio. Lì gli scontri più duri: si contano almeno 18 feriti tra i manifestanti e 23 tra gli agenti di polizia, che ha usato anche granate assordanti e lacrimogeni nel tentativo di disperdere l’assembramento. Quindici i dimostranti arrestati.

I manifestanti hanno risposto lanciando contro la polizia – tra cui quella a cavallo – pietre, bottiglie di acqua e pezzi di legno. “I poliziotti violenti vadano in carcere”, hanno scandito a lungo i dimostranti, riferendosi in particolare alle violenze subite la settimana scorsa da un soldato di origine etiope da parte di una coppia di agenti. Le immagini dell’incidente, in apparenza innescato da un motivo banale, hanno destato un’ondata di indignazione sui social network. Gli agenti sono stati sospesi e rischiano di essere licenziati.

Nel tentativo di calmare gli animi, il premier Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che riceverà una delegazione di esponenti della comunità, fra cui il soldato. Ma ciò, almeno per ora, non ha fermato le proteste.

Giovedì scorso anche Gerusalemme ha registrato violenti scontri tra polizia e ebrei etiopi che avevano indetto un sit-in di protesta davanti la residenza del primo ministro: in quella occasione 12 dimostranti e tre agenti sono rimasti feriti leggermente.

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