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SIC: margine miglioramento trattamento dati, nessuna schedatura

Jean-Philippe Gaudin, capo dei servizi segreti svizzeri. KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) I servizi segreti elvetici svolgono in maniera corretta molte loro attività, tuttavia vi è un margine di miglioramento nel trattamento dei dati raccolti.

Lo indica il secondo rapporto sulle attività informative della Confederazione pubblicato oggi. Dagli esami a campione svolti, risulta anche che non vengono allestiti dossier su personaggi politici a causa delle loro attività.

Secondo l’Autorità di vigilanza indipendente sulle attività informative, dalle verifiche svolte è risultato che, a volte, i servizi d’informazione hanno conservato i dati per troppo tempo o hanno scritto rapporti in modo non esaustivo.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) deve inoltre essere in grado di spiegare in modo trasparente quali informazioni personali vengono raccolte e utilizzate nelle sue banche dati e il perché, si legge in un comunicato odierno.

Secondo il rapporto, il SIC può fare meglio per quanto riguarda la registrazione di queste informazioni e il disciplinamento della loro cancellazione.

Sulla base dei controlli a campione, l’organo di sorveglianza ha constatato che il SIC non possiede dossier su personaggi politici allestiti esclusivamente a causa delle loro attività politiche.

Nessun dossier “politico”

A inizio gennaio il direttore del SIC, Jean-Philippe Gaudin, aveva già escluso attività di sorveglianza nei confronti di partiti e politici in un’intervista pubblicata sul quotidiano romando “Le Temps”.

Gaudin rispondeva così alle critiche espresse dalla Delegazione delle Commissioni della gestione delle Camere federali, organo parlamentare che sorveglia l’attività dei servizi segreti. La Delegazione sospettava una raccolta dati illegale di informazioni riguardanti attività politiche o l’esercizio di diritti fondamentali.

La delegazione era arrivata a questa conclusione dopo aver effettuato analisi in seguito alle denunce dell’associazione dirittifondamentali.ch, che si batte contro lo Stato “ficcanaso” e che accusava il SIC di sorvegliare i partiti politici e movimenti sociali violando la legge. A fine settembre 2019, l’allora consigliera nazionale Margret Kiener Nellen (PS/BE) aveva infatti denunciato la presenza nella banca dati del SIC di oltre 70 informazioni che la riguardano.

Lo scorso novembre, rispondendo a una interpellanza della stessa Kiener Nellen, il Consiglio federale aveva sostenuto di non usare “fonti umane” nel caso di incontri e sedute nel Palazzo del Parlamento. Tuttavia, per adempiere al suo mandato legale, il SIC ha la competenza di raccogliere articoli pubblicati dai media che rientrano nel settore di compiti del SIC (per esempio lotta al terrorismo, all’estremismo violento) ai fini della valutazione globale della situazione.

Gaudin aveva ammesso a “Le Temps” che a porre problemi sono soprattutto le fonti aperte – o “open source”, ossia fonte pubblica e liberamente accessibile al grande pubblico come articoli di stampa, dati pubblici, statistiche o siti web – registrate dagli “007 svizzeri”. Quando, ad esempio, alcuni temi trattati in un articolo di giornale rientrano nella sfera di competenza del SIC, gli analisti e i funzionari conservano in formato PDF l’intera rassegna stampa che li concerne. Tuttavia, vengono inclusi indirettamente anche gli articoli senza legami con il servizio degli “007 svizzeri”, che potrebbero anche contenere informazioni su politici e partiti. Ciò è oggetto di polemica, aveva detto Gaudin, ma questi nomi non sono registrati nel nostro sistema operativo.

Gaudin aveva inoltre precisato che, sin dal suo arrivo a capo del SIC (due anni fa, n.d.r) aveva messo in dubbio la pertinenza dell’archiviazione di documenti ‘open source’, come articoli o rassegne stampa”, precisando che circa 3-4 milioni di dati archiviati erano già stati eliminati e la conservazione di questi documenti nel Sistema di analisi integrale del SIC (IASA SIC) era stata ridotta da quindici a due anni.

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