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Sika: semestrale in crescita, da assemblea scaturisce status quo

(Keystone-ATS) Nonostante il franco forte Sika continua a crescere: il gruppo con sede a Baar (ZG) attivo nelle specialità chimiche ha visto nel primo semestre aumentare la redditività e progredire anche le vendite, almeno in valute locali.

Stando ai dati comunicati oggi Sika ha realizzato nei primi sei mesi un utile di 197 milioni di franchi, in crescita dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le vendite si sono attestate a 2,63 miliardi, con un aumento del 5,6% in valute locali, in accelerazione se confrontate al +5,1% del primo trimestre.

In franchi svizzeri si registra invece un calo dell’1,2%: l’impresa sottolinea peraltro come sia riuscita a guadagnare quote di mercato in tutte le regioni. Il risultato operativo Ebit è salito a 289 milioni di franchi (+8,3%). Il corrispondente margine Ebit è migliorato di un punto all’11,0%.

Le cifre pubblicate oggi sono in linea con le previsioni riguardo al fatturato, ma battono le stime in materia di redditività.

Riguardo al futuro la direzione è ottimista sull’andamento degli affari, ma rileva come vi siano incertezza in relazione al tentativo si acquisizione, definito ostile, da parte della francese Saint-Gobain.

Oggi era in programma un’assemblea generale straordinaria chiesta dalla Schenker Winkler Holding (SWH), entità che rappresenta gli interessi degli eredi dei fondatori della società. La SWH ha proposto un nuovo membro del consiglio di amministrazione (Cda) e la revoca del mandato di altri, contro il volere dell’attuale Cda. Come previsto i vertici di Sika hanno una volta ancora limitato al 5% il diritto di voto della SWH, che non è riuscita quindi a prendere possesso del ponte di comando: tutto è rimasto come prima.

La SWH ha però bloccato il rapporto sui compensi futuri del Cda, un punto su cui non erano stati limitati i diritti di voto. “A quanto sembra SWH continua a portare avanti il suo approccio distruttivo”, ha commentato il presidente del Cda Paul Hälg. In sostanza è tornato a ripetersi quanto avvenuto nell’assemblea ordinaria svoltasi in aprile.

Come noto la direzione e una parte del Cda del gruppo si oppongono da mesi ai progetti di Saint-Gobain, che punta ad acquistare dagli eredi dei “padri fondatori” dell’impresa un pacchetto di azioni che garantirebbe il controllo della società. In tal modo i manager francesi eviterebbero di dover lanciare un’offerta pubblica d’acquisto.

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