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Sika: utile netto record nel 2016

Utile netto record per Sika KEYSTONE/URS FLUEELER sda-ats

(Keystone-ATS) Sika, produttore di specialità chimiche con sede a Baar (ZG), ha realizzato nel 2016 un utile netto record di 566,6 milioni di franchi, in crescita del 21,8% rispetto all’esercizio precedente. L’utile operativo EBIT è pure cresciuto: del 18,1%, a 795,3 milioni.

Il fatturato, già annunciato in gennaio, è aumentato del 4,7% a 5,75 miliardi di franchi; anche in questo caso si tratta di un record. In valute locali la progressione è stata del 5,6%.

Sika proporrà agli azionisti un dividendo in crescita del 31%, a 102 franchi per titolo al portatore e a 17 franchi per l’azione nominativa.

Tutti i mercati del gruppo hanno partecipato alla crescita. In valute locali, la zona Europa/Medio Oriente/Africa (EMEA) ha fatto segnare una progressione del 4,6% a 2,70 miliardi di franchi, l’America settentrionale del 7,8% a 922,6 milioni, l’Asia/Pacifico del 3,6% a 1,08 miliardi e l’America latina del 5,1% a 600,2 milioni.

La direzione sottolinea che gli obiettivi per il 2018 sono già stati raggiunti e ne fissa dunque di parzialmente nuovi: se la crescita dovrebbe continuare ad un ritmo compreso tra il 6% e l’8%, la redditività operativa dovrebbe essere tra il 14% e il 16% (contro il 12%-14% delle previsioni precedenti).

Entro il 2020, la società intende avviare la costruzione di trenta nuove fabbriche e stabilirsi in otto nuovi Paesi. L’utile operativo Ebit dovrebbe superare il miliardo di franchi.

Nella loro lettera agli azionisti, il presidente del consiglio di amministrazione (cda) Paul Hälg e il Ceo Jan Jenisch rimangono fermi sulle loro posizioni e respingono in modo categorico la cessione di parti di Schenker Winkler Holding (SWH) a Saint-Gobain. Fanno valere la vittoria ottenuta alla fine dello scorso mese di ottobre davanti al tribunale di prima istanza di Zugo.

Da dicembre 2014 il cda di Sika e la famiglia Burkard, erede del fondatore della società, sono ai ferri corti: Saint-Gobin aveva proposto 2,75 miliardi di franchi a cinque membri della famiglia per acquisire le loro parti detenute via SWH, pari al 16,1% del capitale ma rappresentanti il 52,4% dei diritti di voto.

L’ultimo episodio della controversia risale proprio alla decisione di giustizia dello scorso autunno. La Corte zughese aveva respinto la denuncia inoltrata da SWH contro le decisioni prese dall’assemblea generale dell’aprile 2015 quando il cda aveva deciso di limitare i diritti di voto di SWH al 5% su alcuni punti all’ordine del giorno, in particolare riguardo alla cessione delle loro parti a Saint-Gobain.

In seguito SWH ha inoltrato ricorso alla Corte suprema di Zugo e Saint-Gobain ha ribadito ieri sera la sua posizione in occasione della presentazione dei propri risultati dell’esercizio 2016.

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