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Sindacati pronti a referendum contro accordo quadro

Sindacati pronti al referendum contro l'accordo quadro (archivio) KEYSTONE/VALENTIN FLAURAUD sda-ats

(Keystone-ATS) L’accordo istituzionale con l’Unione europea, messo in consultazione oggi dal Consiglio federale, comporta uno smantellamento delle misure di accompagnamento e della protezione dei salari. Si tratta di un’intesa inaccettabile per i sindacati che promettono battaglia.

I dettagli dell’accordo presentati oggi dal governo confermano i peggiori timori dell’Unione sindacale svizzera (USS). Una simile intesa vieterebbe alla Svizzera di proteggere i salari e impedirebbe un miglioramento delle misure collaterali, scrive la confederazione sindacale. La famosa “linea rossa”, che il governo aveva promesso di rispettare nei negoziati è stata superata. Per questo l’USS si è detta determinata a combattere questa intesa, se necessario anche con un referendum.

“Con la non decisione odierna, il Consiglio federale ha guadagnato tempo per una discussione pubblica. Il risultato però sarà lo stesso: Travail.Suisse non potrà accettare l’accordo quadro in questa forma”, afferma il consigliere nazionale Adrian Wüthrich, presidente della centrale sindacale indipendente.

“Le misure di deregolamentazione proposte dall’Ue – riduzione generale del termine di notifica per i lavoratori distaccati, limitazione delle cauzioni esistenti, riduzione dei controlli, impunità di fatto delle imprese in caso di infrazione – costituiscono un attacco di ampia portata contro i salari e le condizioni di lavoro in Svizzera”, scrive Unia. “Chi rimette in forse le misure di accompagnamento, rimette in questione anche la libera circolazione”, ha aggiunto il sindacato.

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