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Siria: almeno 13 uccisi; osservatori in carcere Homs

(Keystone-ATS) Dieci dei 13 siriani uccisi oggi, secondo attivisti anti-regime, dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad sono caduti a Homs, epicentro della repressione, dove sono tornati alcuni degli osservatori arabi presenti nel Paese da più di una settimana. Il governo siriano ha intanto accusato gli Stati Uniti di ingerenza nella missione degli osservatori della Lega Araba.

“Le dichiarazioni americane sono una ingerenza flagrante nella missione della Lega araba, e un tentativo ingiustificato per internazionalizzare” il dossier siriano, ha detto Jihad Maqdissi portavoce del ministero degli esteri. Il dipartimento di Stato americano aveva ieri affermato che la Siria non è all’altezza degli impegni complessivi presi con la Lega araba.

Il vice segretario dell’organizzazione panaraba, l’ambasciatore Ahmad ben Helli, citato dall’agenzia ufficiale Sana, ha annunciato oggi il rinvio da sabato a domenica della riunione del comitato ministeriale arabo incaricato di valutare il primo rapporto preliminare della missione degli osservatori. Il loro capo, il generale sudanese Muhammad al Dabi, dovrebbe recarsi al Cairo entro venerdì per consegnare il rapporto. Sul terreno, gli osservatori – riferisce la Sana – hanno proseguito la loro missione visitando due cittadine della regione di Daraa (Dael e Tafas) e tornando nei martoriati quartieri di Homs, in particolare a Bab Amro.

Qui e in altri rioni “caldi” della città, secondo il bilancio dettagliato e aggiornato in tempo reale degli attivisti dei Comitati di coordinamento locali, sono morte dieci delle 13 persone uccise oggi dalle forze lealiste, che si aggiungono alle 15 cadute ieri.

Tra gli uccisi a Homs c’è anche il giovane Omar Tadmori, 16 anni, mentre le altre vittime si sono registrate a Daraa, Hama e nel quartiere Qadam di Damasco, tra queste un soldato disertore. In mattinata gli attivisti avevano riferito della visita degli osservatori al carcere centrale di Homs – circostanza in serata confermata dalla Sana – dove sono però rinchiusi criminali comuni e non detenuti politici.

Il regime attribuisce le violenze a terroristi: alcuni di questi – si legge sul sito della Sana – hanno oggi ucciso tre civili (Izzat Tarsha e suo figlio Tareq; il responsabile del deposito dell’ospedale pubblico) e due agenti a Homs.

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