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Siria: Assad, pronti a colloqui diretti con le opposizioni

Il presidente siriano Assad Keystone/Syrian tv via APTN/Anonymous sda-ats

(Keystone-ATS) A una settimana dal prossimo incontro russo-turco-iraniano in Kazakistan e a dieci giorni dalla riunione di Ginevra mediata dall’Onu, da Damasco il contestato presidente siriano Bashar al Assad conferma di esser pronto a colloqui diretti con le opposizioni armate.

Queste sono impegnate a formare una delegazione da inviare in Svizzera, a condizione che le forze lealiste rispettino il cessate il fuoco in vigore da fine dicembre.

Le cosiddette aperture di Assad non sono una novità, ma a riportarle questa volta è un deputato russo, Dmitri Sablin, coordinatore della Duma per i contatti col parlamento siriano. Sablin e altri deputati russi hanno incontrato a Damasco il raìs siriano e in questo incontro hanno raccolto le dichiarazioni di Assad. “La Siria è pronta a colloqui diretti con i rappresentanti dell’opposizione, inclusa quella armata”, ha dichiarato Sablin.

Il deputato russo ha anche affermato che il presidente siriano “sostiene i colloqui di Astana”, in riferimento al processo avviato nella capitale del Kazakistan a fine gennaio da Russia, Turchia e Iran. Il tavolo di Astana è servito finora alle tre potenze regionali e internazionali per formalizzare la spartizione della Siria in zone di influenza, disegnate dopo la tregua del 30 dicembre scorso.

Come osservano gli analisti, a dispetto delle apparenze in Kazakistan i colloqui tra opposizioni armate e regime siriano sono stati infruttuosi e sono rimasti sullo sfondo rispetto ai risultati positivi raggiunti invece dall’intesa militare tra Mosca, Teheran e Ankara, il terzetto che – in assenza degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita – guida l’iniziativa politica e diplomatica in Siria.

Mosca ha convocato una nuova riunione ad Astana il 15 febbraio prossimo. Nel secondo incontro, la scorsa settimana, è stata invitata anche la Giordania, che esercita influenza nel sud della Siria. E questo a dimostrazione della volontà delle potenze regionali e internazionali di accordarsi per una spartizione, di fatto, delle regioni siriane non coinvolte nel conflitto con l’Isis.

In vista dell’incontro di Ginevra, convocato per il 20 febbraio dall’inviato speciale dell’Onu Staffan De Mistura, le parti rimangono distanti. Le opposizioni, oltre a chiedere il rispetto del cessate il fuoco – nelle ultime 48 ore sono oltre 50 i morti nel centro e nel nord-ovest in raid attribuiti al governo e alla Russia – respingono la bozza di costituzione proposta da Mosca, perché consentirebbe ad Assad di rimanere al potere almeno fino al 2021.

Le autorità di Damasco dal canto loro definiscono le opposizioni “complici dei terroristi” – i media governativi denunciano oggi l’uccisione di 6 civili da “terroristi” ad Aleppo e Dara’a – e rifiutano di discutere con le opposizioni il tema della transizione politica.

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