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Siria: Assad respinge pressioni, ma a migliaia manifestano

(Keystone-ATS) Le pressioni occidentali “sono senza valore”, le “loro minacce” solo parole e comunque ogni eventuale azione militare contro la Siria “avrà conseguenze assai più vaste di quanto loro potrebbero sopportare”: così il presidente siriano, Bashar al Assad, ha risposto stasera alle richieste di dimissioni a lui rivoltegli nei giorni scorsi da Usa e da alcuni Paesi europei.

Subito dopo la fine dell’intervista trasmessa in tv, nella quale Assad ha anche promesso riforme a breve ed elezioni legislative entro il marzo del 2012, migliaia di siriani si sono riversati nelle strade per chiedere la caduta del regime in quasi tutti gli epicentri della rivolta, provocando la reazione degli agenti che – secondo gli attivisti – avrebbero aperto il fuoco contro i manifestanti.

Rispondendo alle domande dei giornalisti, Assad ha dunque snocciolato le tappe del “processo di riforma”: “Entro la fine del Ramadan (fine agosto, ndr) – ha detto – sarà varata la nuova legge sui media”, mentre già dalla prossima settimana saranno accolte “le richieste per dar vita a un proprio partito in linea con la nuova legge sul multipartitismo”.

Assad ha poi ricordato che sono già in corso le discussioni all’interno della base e dei vertici del partito Baath per l’emendamento dell’articolo 8 della costituzione, che da quasi mezzo secolo conferisce di fatto la supremazia al partito nella politica e nella società. “Dopo la discussione sugli emendamenti costituzionali – ha aggiunto – ci saranno le elezioni. Entro dicembre credo quelle amministrative, ed entro febbraio 2012 quelle legislative”.

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