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Siria: attaco ribelli a voli militari, conquista a frontiera Iraq

(Keystone-ATS) Con un carro armato preso ai governativi, i ribelli siriani hanno bombardato stamane un aeroporto militare a nord-est di Aleppo, da dove decollano i caccia che attaccano la città, da sei giorni teatro di battaglia e da alcune ore isolata telefonicamente. I ribelli hanno anche preso il controllo di un posto di frontiera al confine con l’Iraq. Intanto l’esercito governativo ha sparato con armi pesanti contro il territorio giordano.

L’Osservatorio siriano dei Diritti dell’uomo (Osdh) riferisce che “l’aeroporto militare di Menagh, a 30 chilometri da Aleppo, è stato bombardato da un carro armato sequestrato dai ribelli nelle operazioni precedenti”. I ribelli hanno quindi affermato che si trattava “di un attacco per prendere l’aeroporto da cui decollano gli elicotteri militari e i caccia che bombardano la città”. Fonti giornalistiche sul posto affermano di aver sentito prima i bombardamenti e poi di aver visto le fiamme provenire da quella direzione.

Giornalisti dell’agenzia italiana ANSA ha constatato che Aleppo è ora isolata telefonicamente. Numerosi testimoni in Siria dicono che hanno provato invano a raggiungere amici e parenti a telefoni fissi e cellulari.

D’altro canto, l’inviato della tv panaraba al Jazira , Ayub Rida, parlando da Al Qaim, località frontaliera irachena, riferisce che miliziani dell’Esercito Siriano Libero (ESL, i ribelli) hanno preso il controllo del valico nella località di Mamlaha, a pochi chilometri dalla cittadina Albukamal. Il valico era stato già teatro di scontri tra ribelli e governativi alla fine di luglio, ma le forze fedeli al presidente Bashar al Assad avevano ripreso il controllo del punto di passaggio. La frontiera tra i due Paesi è lunga più di 600 km ed è interrotta da quattro valichi ufficiali: quello di Albukamal-Qaim è il più importante poiché è attraversato dall’autostrada che collega la Siria alla capitale irachena Baghdad.

Dal canto suo, l’esercito governativo siriano ha aperto il fuoco con armi pesanti stanotte contro il territorio giordano per la terza volta in una settimana. Lo riferiscono testimoni locali e fonti della sicurezza di Ramtha, cittadina frontaliera giordana. Venerdì scorso si era registrato il primo scontro a fuoco tra militari siriani fedeli al presidente Bashar al Assad e soldati giordani.

Intanto la FAO annuncia che tre milioni di siriani hanno bisogno di nutrimento e di aiuti per l’agricoltura. Secondo l’agenzia dell’ONU, di questi tre milioni di persone, un milione e mezzo ha urgente bisogno di aiuto alimentare per i prossimi 3-6 mesi, in particolare nelle zone percorse dal conflitto. Inoltre quasi un milione di persone necessita di assistenza per le colture e il bestiame, ha bisogno di sementi, foraggio, carburante e riparazione delle pompe per l’irrigazione. Ma nei prossimi 12 mesi l’aiuto alimentare e per l’agricoltura dovrà essere esteso a circa tre milioni di persone. A essere colpiti in modo particolare – fa sapere l’agenzia dell’ONU – sono le coltivazioni di grano e di orzo, oltre alle olive e gli ortaggi. “Se le implicazioni di tipo economico sono piuttosto serie, quelle di tipo umanitario sono ancora più urgenti”, spiega nella nota il rappresentante in Siria del Programma alimentare mondiale (Pam-Wfp), Muhammad Hadi. “Gli effetti di queste perdite si fanno sentire anzitutto, e in modo crudele, fra i più poveri del Paese”.

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