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Siria: bagno di sangue a Hama in 12/mo venerdì proteste

(Keystone-ATS) Ancora una giornata di proteste soffocate nel sangue in Siria. Hama, città emblema della ferocia del regime siriano perché teatro nel 1982 dell’eccidio commesso dal defunto presidente Hafez al Assad contro i ribelli della Fratellanza musulmana, è da oggi nella lista delle città “martiri” della rivoluzione siriana. Testimoni parlano di oltre 50 morti e fonti mediche riferiscono di oltre cento feriti.

L’ennesimo massacro nel dodicesimo venerdì consecutivo di protesta è avvenuto in quella che viene definita la roccaforte del sunnismo conservatore, posta a metà strada tra Damasco e Aleppo. E in almeno altre 40 località decine di migliaia di siriani sono scesi oggi in strada tornando a sfidare le forze di sicurezza, i militari, gli agenti in borghese e non meglio precisate “bande armate”.

I comitati locali di coordinamento della mobilitazione in Siria (Lccs) ha diffuso a metà pomeriggio un aggiornamento delle proteste in corso. “A Hama si spara ancora nei quartieri di Barazie e Alaliyat”, si legge nel bollettino dei Lccs. “Il numero delle vittime potrebbe aumentare. Molte sono state colpite alla testa e al collo da cecchini appostati sui tetti. Gran parte dei feriti – prosegue – sono stati raggiunti da proiettili, sparati da mitragliatori e fucili automatici, nella parte superiore del corpo. Gli ospedali lanciano appelli per urgenti trasfusioni di sangue”.

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