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Siria: Carla Del Ponte, crudeltà peggiori dei Balcani

(Keystone-ATS) La situazione in Siria è a un punto catastrofico, le violenze hanno raggiunto picchi di crudeltà elevatissimi, come l’inaccettabile utilizzo dei bambini in guerra, e non c’è una soluzione militare al conflitto ma solo un negoziato metterà fine alla crisi: ha visto “cose peggiori che nei Balcani” afferma Carla Del Ponte, ex procuratorice generale del Tribunale per la ex Jugoslavia (Tpi) e oggi nella commissione d’inchiesta dell’Onu per la Siria.

D: È peggiorata la situazione dei diritti umani in Siria?

R: Assolutamente sì. Da alcuni mesi è veramente catastrofica, non ci sono solo i crimini commessi dal regime ma anche dall’altra parte, quelli che chiamiamo resistenti, che non scherzano in fatto di qualità dei crimini. Sto vedendo delle cose che non avevo mai visto e soprattutto quello che non avevo mai visto nella guerra dei Balcani è il coinvolgimento dei bambini. Come messaggeri di guerra, quindi a rischio enorme e proprio come combattenti, una cosa inaccettabile.

D: C’è una possibile soluzione militare al conflitto?

R: Secondo noi no, da quello che vediamo nella nostra attività investigativa una soluzione militare non è da vedere perché il regime è ancora molto forte anche dal profilo militare e poi vorrebbe dire solo molte più vittime e rifugiati, sarebbe una situazione assolutamente peggiore. L’unica soluzione possibile è il negoziato.

D: Il rapporto della vostra commissione d’inchiesta parla della presenza di combattenti stranieri, in che misura preoccupa?

R: Anche questo è un elemento molto pericoloso e lo sarà di più soprattutto nel dopo, ossia quando il presidente Assad non sarà più in carica e il regime sarà cambiato perché questi mercenari che combattono al fianco degli opponenti sono molto addestrati alla guerra, e ci si chiede come mai i ribelli abbiano accettato di essere accompagnati. Forse perché hanno tecniche di guerra molto migliori e sanno come riuscire, però una volta terminato non se ne andranno tranquillamente via dalla Siria. Quindi, in quella che sarà la soluzione di negoziazione, questo sarà un aspetto molto difficile da affrontare.

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