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Siria: Hollande isolato, aspettiamo rapporto Onu

(Keystone-ATS) Per la Siria, non aspetta più soltanto il voto del Congresso americano, ma anche il rapporto degli ispettori dell’Onu. Sempre più isolato e in difficoltà, il presidente francese Francois Hollande ha chiuso il suo G20 a San Pietroburgo con qualche incertezza in più rispetto a come l’aveva cominciato.

Passi avanti e marce indietro si sono susseguiti in questi ultimi giorni tutti in salita per la diplomazia francese, con l’Eliseo che mostra segni di nervosismo, tanto da attaccare in piena conferenza stampa al G20 il quotidiano Le Figaro, reo di aver pubblicato un’intervista al presidente siriano, Bashar al Assad.

Proprio oggi, il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, aveva affermato che il rapporto degli ispettori non risulterà in nessun caso decisivo, dal momento in cui dimostrerà soltanto che c’è stato un attacco con armi chimiche, un fatto che ormai non nega più nessuno, neppure la Russia capofila degli anti-interventisti. Una prima versione del rapporto dovrebbe essere disponibile a metà della prossima settimana, dopo il primo voto del Congresso. Lo stesso Hollande aveva però sostenuto, prima del no del parlamento britannico e del rinvio di Obama al Congresso, che “ogni momento è buono” per l’intervento, lasciando chiaramente comprendere che la luce verde alle forze francesi non sarebbe stata condizionata dal contenuto del rapporto degli ispettori.

L’inquilino dell’Eliseo, inoltre, affermando oggi di voler aspettare tale rapporto, ha subito parlato di un documento per forza di cose “limitato”, visto che dimostrerà l’utilizzo delle armi chimiche ma non quale parte vi abbia fatto ricorso.

“Il rapporto degli ispettori deve essere consegnato il più presto possibile e sarà un elemento di valutazione – spiega il presidente francese -. Idealmente il Consiglio di sicurezza dovrebbe essere il quadro di questa condanna, visto che la missione degli ispettori è una missione delle Nazioni unite”. In caso contrario, come sembra altamente probabile, “dovrà formarsi una larga coalizione”, ha ripetuto Hollande, condannando apertamente “coloro che pensano che si possa trovare una soluzione politica con un regime che massacra, che colpisce con il gas, lasciandolo fare così da far continuare su questa strada tutta la regione. Io, questo, lo rifiuto”.

Per il resto, il leader socialista ha ripetuto che aspetterà il voto del Congresso Usa e che se il responso sarà negativo la Francia non agirà “da sola”, ma “prenderà un’altra decisione”, “amplificando” il suo appoggio alla Coalizione nazionale siriana.

In Francia, la quota dei contrari a un intervento militare in Siria continua ad essere del 64%, pari a due francesi su 3. Una cifra che non ha smesso di crescere nell’ultimo anno, partendo nel febbraio 2012 attorno al 45%.

Anche questo aumenta il nervosismo dell’Eliseo, già alle prese con riforme e scadenze interne molto delicate oltre ad una popolarità del presidente ormai stabile attorno al 27%. La riprova è stata oggi la sfuriata del presidente, in piena conferenza stampa del G20, contro Le Figaro e la sua intervista ad Assad: “non ringrazieremo mai abbastanza Le Figaro per il suo senso civico – ha ironizzato Hollande – che ha permesso all’opinione pubblica francese di essere illuminata dall’ intervista di questo dittatore. Adesso sappiamo che vuole liquidare i suoi oppositori”.

Nell’intervista, Assad affermava fra l’altro che un attacco della Francia avrebbe “ripercussioni negative” sugli interessi francesi.

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