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Siria: morti ministro difesa e capo intelligence

(Keystone-ATS) Il ministro della Difesa siriano e il capo dell’intelligence militare, cognato di Bashar al Assad, sono morti in un attentato contro il palazzo della sicurezza a Damasco nel quale, secondo gli attivisti, sono rimasti uccisi o feriti “tutti i membri della cellula di crisi che dirige le operazioni contro i ribelli”.

Un duro colpo al regime, dunque, anche se è ancora tutta da chiarire la dinamica dell’attentato, avvenuto mentre era in corso la riunione tra diversi ministri del regime e i vertici dell’intelligence. Per la tv di stato siriana si tratterebbe di un kamikaze, mentre fonti della sicurezza parlano di una bomba piazzata da un “interno”. Quel che è certo è che nel palazzo nel quale è avvenuto l’attentato le misure di sicurezza sono severissime e zona sulla Piazza Rauda nel quartiere di Abu Roummaneh vicina alle ambasciate italiana e americana, è una delle più blindate della capitale siriana. Difficile dunque evitare i controlli, tanto che, tra le ipotesi emerse c’è anche quella di un ruolo attivo nell’attentato di un ex body-guard di funzionari vicini ad Assad.

Subito dopo l’attacco, secondo le testimonianze di attivisti, l’esercito ha blindato l’ospedale nel quale sono stati portati i feriti. Intanto stamane sono ripresi i bombardamenti governativi su alcuni quartieri di Damasco, stando a quanto riferito dall’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, che ha aggiunto che ieri almeno 29 militari governativi sono stati uccisi nelle violenze in tutto il Paese, insieme a 66 civili e una ventina di ribelli.

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