Siria: Onu, Consiglio di nuovo spaccato dopo rapporto Ban
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha concluso una riunione di oltre due ore sulla Siria con una nuova profonda spaccatura sulle iniziative da intraprendere per fermare le violenze: da una parte gli occidentali chiedono a Damasco di fermare le repressioni, dall'altra i paesi della "linea morbida" cercano il dialogo.
La riunione dei Quindici si è aperta con la lettura del rapporto del segretario generale Ban Ki-moon, secondo cui le persone imprigionate durante le rivolte sono state 13'000, altre 3'000 sono scomparse, mentre i morti sarebbero almeno 2'000.
Se in Siria non si "fermeranno immediatamente le violenze, nuovi passi" dovranno essere intrapresi dal Consiglio, hanno detto i delegati di Francia, Gran Bretagna e Germania. Ieri gli Stati Uniti hanno varato sanzioni economiche contro Damasco, per il suo programma nucleare.
All'Onu sarebbe molto difficile approvare misure contro il regime di Bashar al-Assad, il quale ha riconosciuto "qualche errore" commesso dalle forze dell'ordine incaricate di fermare le proteste nel paese.
La parziale ammissione di colpa è stata riferita dai diplomatici di Brasile, India e Sudafrica alle Nazioni Unite. I tre paesi, promotori della "linea morbida" contro Damasco, hanno mandato in Siria alcuni delegati per tentare di convincere il presidente a fermare le repressioni.
Assad, hanno riferito i diplomatici in una nota, si è impegnato "per un processo di riforma, con l'obiettivo di aprire la strada ad una democrazia multipartitica". Entro il 2011 "ci saranno elezioni parlamentari libere e eque".
Anche la Russia, storica alleata della Siria, boccia la linea dura occidentale. "Le sanzioni americane non aiutano - ha detto l'ambasciatore di Mosca all'Onu, Vitaly Ciurkin - l'opposizione siriana deve partecipare alle riforme, che possono avvenire da un giorno o l'altro".