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Siria: opposizione apre a Ginevra 2, ma Assad vada via

(Keystone-ATS) Le opposizioni siriane ci ripensano e annunciano di esser pronte a partecipare alla conferenza internazionale programmata a Ginevra in una data ancora da definire: un “importante e grande passo in avanti” dopo l’ultimo rifiuto dei giorni scorsi, secondo il segretario di Stato americano John Kerry, che sorvola però sulle condizioni – più o meno ultimative – riproposte dal fronte anti-Assad.

Sullo sfondo, le violenze in Siria continuano del resto a lasciare la loro giornaliera striscia di sangue: almeno 4 ragazzi sono stati uccisi oggi a Damasco – secondo l’agenzia Sana – da un colpo di mortaio sparato da ribelli. Erano a bordo di uno scuolabus e anche l’autista che era con loro ha perso la vita, mentre altre fonti parlano di tre morti colpiti da un razzo tirato dagli insorti. Undici persone sono state inoltre ferite in un attacco analogo che ha centrato una chiesa e una scuola nel centro moderno della capitale.

Sul fronte opposto, mentre Human Rights Watch ha documentato 56 bombardamenti del regime su aree civili con bombe incendiarie dal novembre 2012 al settembre 2013, i comitati di coordinamento locali degli attivisti a metà giornata hanno identificato 12 vittime dei raid dell’aviazione e dei colpi di artiglieria delle forze lealiste condotte in varie aree del paese in queste ore.

L’annuncio odierno della Coalizione nazionale siriana (Cns) di volersi recare a Ginevra è stato accolto comunque con favore dalla diplomazia internazionale e in particolare da Kerry, promotore con il collega russo Serghiei Lavrov della conferenza: prevista inizialmente a maggio scorso e poi rinviata più volte a causa delle posizioni troppo distante delle parti invitate.

Ma le condizioni poste dalla Coalizione, se non saranno sfumate, restano destinate a rendere quasi impossibile un compromesso col regime: esse prevedono sulla carta che il presidente Bashar al-Assad e i suoi uomini non partecipino alla transizione politica; che vengano liberati centinaia di migliaia di detenuti politici; che sia consentito il soccorso immediato a un milione e mezzo di civili assediati nelle località solidali con la rivolta.

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