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Siria: presidente parlamento, Assad rieletto con 88%

(Keystone-ATS) Bashar al Assad è stato rieletto con l’88,07% dei voti. Lo ha annunciato il presidente del parlamento di Damasco.

Intanto sono emerse oggi numerose denunce di flagranti irregolarità, alcune particolarmente insolite, durante le “operazioni di voto”. Dal vicino Libano dove è giunto in una visita lampo a sorpresa, il segretario di Stato Usa John Kerry ha definito il voto “senza senso” e ha invitato gli alleati di Damasco – la Russia e l’Iran – a “metter fine al conflitto”.

In assenza di dati ufficiali – ma comunque non verificabili in maniera indipendente – dell’affluenza al voto, il quotidiano filo-regime al Watan afferma che il tasso di partecipazione “sarà tra il 70 e l’80 per cento”. Formalmente, gli aventi diritto sono stati 15 su un totale di 22 milioni di siriani, ma le autorità non hanno tenuto conto dei milioni di cittadini che hanno dovuto abbandonare le loro case in un contesto di violenza e distruzione generalizzata. Di fatto si è votato nelle zone controllate dal regime, ovvero il 40 per cento del territorio dove si concentra il 60 per cento della popolazione.

E alle denunce già emerse ieri di “trasferimenti forzati di impiegati pubblici ai seggi”, oggi si sono aggiunte notizie di irregolarità durante il voto: diversi cittadini hanno denunciato l’esistenza di schede diverse, con colori differenti; le telecamere dei media di regime sono ‘entrate’ fin dentro alle cabine elettorali; elettori che tramite carte di identità inviate su Whatsapp sono stati ‘delegati’ a votare da altri cittadini; e una ‘giornalista’ della tv di Stato si è lasciata sfuggire a microfoni accesi un “dite che è tutto molto bello” riferendosi a votanti pronti a essere intervistati prima di infilare la scheda nell’urna.

Le irregolarità non sono state però rilevate dalla “commissione di osservatori indipendenti” giunta in Siria e formata da deputati russi, iraniani, ugandesi, filippini, libanesi, boliviani, venezuelani e dello Zimbabwe. Per il delegato iraniano sono state “elezioni libere e regolari”. “I siriani hanno votato in piena libertà”, ha detto l’ugandese.

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