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Siria: ripresi i negoziati a Ginevra, in Siria si è votato

(Keystone-ATS) Nel giorno in cui a Ginevra sono ripresi i colloqui indiretti mediati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) tra governo e opposizioni siriane, nei territori della Siria sotto controllo del regime si sono oggi tenute le elezioni per il rinnovo del parlamento.

Sul terreno sono proseguiti intensi gli scontri armati nella periferia sud di Damasco, in quel che rimane del campo profughi palestinese di Yarmuk, tra miliziani dell’Isis e loro rivali dell’ala locale di al Qaida, la Jabhat an Nusra. Ma si combatte anche nel nord, a sud di Aleppo, dove si è acceso da giorni il fronte tra forze lealiste, sostenute da Iran e Russia, e loro rivali delle opposizioni armate filo-saudite e filo-turche appoggiati dai qaidisti della Nusra. Nella provincia, secondo l’osservatorio dei diritti umani siriano, i morti sarebbero un centinaio tra uomini di Assad, ribelli e qaedisti.

E fonti di stampa statunitensi tornano a parlare dell’ipotesi di un “piano B” elaborato dall’agenzia americana di spionaggio Central Intelligence Agency (Cia) per sostenere gli insorti anti-Damasco nel caso in cui i colloqui di Ginevra non dovessero decollare. Un’ipotesi in passato smentita dalla Casa Bianca e che la Russia – che sostiene Damasco ma che ha anche trovato un accordo con gli Stati Uniti – afferma di non conoscere affatto.

A Ginevra l’inviato speciale dell’Onu Staffan De Mistura ha incontrato la delegazione delle opposizioni in esilio. Durante l’incontro, come riferito dallo stesso mediatore di ritorno da una missione in Siria e in Iran, è stata ribadita la necessità di proseguire con l’agenda fissata dalla risoluzione Onu n.2254, secondo cui la priorità dei colloqui è la “transizione politica” nel Paese. La tregua secondo l’Inviato dell’Onu sostanzialmente tiene, anche se ci sono violazioni che bisogna assolutamente contenere. Diversa l’opinione dell’opposizione che ha parlato di “massacri” del regime, denunciando 2’000 violazioni della tregua, il lancio di 420 barili esplosivi nel mese di marzo e la morte di 40 bambini, senza però precisarne le circostanze.

Il governo siriano, la cui delegazione è attesa a Ginevra venerdì, ha chiuso nuovamente ogni spiraglio di speranza. “Le opposizioni siriane devono rinunciare al loro sogno di un governo di transizione, perché ciò equivarrebbe ad un colpo di Stato”, ha detto il vice ministro degli esteri Faysal Miqdad.

La giornata era cominciata con l’apparizione televisiva del presidente Bashar al Assad e della moglie Asma recatisi assieme a un seggio elettorale nel centro moderno di Damasco. Sorridenti, i due si sono fatti riprendere mentre infilavano la busta con la preferenza nelle urne.

I candidati, approvati dal governo, sono 3’500 per 250 seggi. “Il numero dei candidati è senza precedenti”, ha affermato Assad parlando alla tv di Stato all’uscita dal seggio. “Da cinque anni la Siria è vittima di una guerra fomentata da chi sostiene il terrorismo”, ha aggiunto Assad, secondo cui “l’obiettivo di questi signori è minare le fondamenta della società, ma hanno fallito come dimostra il fatto che oggi c’è una vasta partecipazione elettorale di tutti i settori della società”. Assad ha parlato poche ore dopo l’apertura dei seggi quando ancora non erano noti i dati parziali dell’affluenza alle urne.

Per numerosi osservatori internazionali e per le opposizioni in esilio e in patria le “elezioni sono una farsa”. “Non è possibile considerare elezioni delle consultazioni svolte in un Paese frammentato dalla guerra e in territori sottoposti al rigido controllo del governo”, affermano, interpellati dall’ANSA, attivisti della società civile presenti ad Aleppo, città martoriata dai combattimenti.

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