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Siria: risoluzione Onu non prevede uso forza

(Keystone-ATS) La bozza di risoluzione di Russia e Stati Uniti, arrivata sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e non è sotto l’ombrello del ‘capitolo 7’, che prevede l’uso della forza. Il documento, di cui l’agenzia di stampa italiana Ansa ha ottenuto una copia, prevede, solo in caso di inadempienza con i dettami della risoluzione, incluso l’uso di armi chimiche, il riferimento a misure di cui al ‘capitolo 7’ della Carta Onu. Ovvero che ci dovrà essere una nuova risoluzione.

Il testo “decide, in caso di inadempienza con questa risoluzione, incluso il non autorizzato trasferimento o uso di armi chimiche, da parte di chiunque in Siria, di imporre misure sotto il capitolo sette della carta delle Nazioni Unite”, attraverso una eventuale successive risoluzione.

Il progetto di risoluzione, che si articola in 22 paragrafi, “condanna nei termini più forti” qualsiasi uso di armi chimiche in Siria, e in particolare l’attacco del 21 agosto scorso. “L’uso di armi chimiche – si legge – costituisce una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale”.

Il documento decide quindi che la Repubblica araba siriana non può usare, produrre, acquistare o trasferire alcun tipo di arma chimica e sottolinea che questo vale per tutte le parti nel Paese mediorientale. Riafferma pure che gli Stati membri dell’Onu si devono astenere dal fornire qualsiasi sostegno a chi tenti di produrre o trasferire tali armi.

Tra i punti cardine del testo, si sostiene la decisione dell’Opac del 20 settembre 2013 che contiene le procedure sul disarmo chimico, si decide che la Repubblica araba siriana deve rispettare tale decisione, e cooperare pienamente con l’organizzazione dell’Aja. Il rispetto dei dettami dell’Opac e del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, verrà verificato su “base regolare” dopo i primi 30 giorni dall’adozione della risoluzione e quindi ogni 30 giorni. Inoltre, si esprime la “forte convinzione che gli autori dell’uso di armi chimiche in Siria debbano essere ritenuti responsabili di tali azioni”. Infine si richiede l’organizzazione, “il più presto possibile”, di una convenzione internazionale che attui quanto deciso a Ginevra 1.

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