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Siria al voto tra propaganda e boicottaggi

(Keystone-ATS) Un voto a dir poco controverso quello che oggi ha visto protagonisti 14 milioni di siriani chiamati per la prima volta alle urne dalla fine del monopolio incontrastato del partito Baath durato mezzo secolo.

Da una parte, le opposizioni e dissidenti in patria che hanno puntato sul boicottaggio bollando come “una farsa” le prime elezioni tenutesi dopo oltre un anno di scontri repressi nel sangue dal regime e costati la vita a 10mila civili.

Dall’altra, la tv di Stato e l’agenzia ufficiale Sana che hanno riferito di “un’affluenza notevole” ed i media governativi hanno trasmesso per tutta la giornata immagini di “seggi presi di assalto dai votanti” per “le prime consultazioni dell’era del multipartitismo”.

“Elezioni che rasentano il ridicolo”, è il caustico commento della Casa Bianca, mentre il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha parlato di “situazione intollerabile” in Siria.

La giornata elettorale si è svolta senza incidenti secondo Damasco, mentre gli attivisti hanno denunciato l’uccisione di almeno 24 persone, per lo più civili, in diversi epicentri della rivolta. Il centro di documentazione delle violazioni in Siria (vdc-sy.org), che da oltre un anno fornisce giornalmente bilanci aggiornati e dettagliati della repressione governativa e delle violenze nel Paese, ha riferito dell’uccisione di almeno 24 persone, di cui tre soldati disertori, da parte delle forze lealiste in varie regioni. A queste si aggiungono sei vittime, membri di due famiglie, morte settimane fa a Homs, nel quartiere Qusur, durante un bombardamento d’artiglieria governativo. I loro corpi sono stati rinvenuti solo oggi.

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