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Sisma Giappone: crisi più grave da dopoguerra, 10.000 morti

(Keystone-ATS) Per il Giappone “è il momento più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale: chiedo a tutti la massima unità”. È l’appello lanciato dal premier giapponese Naoto Kan, parlando oggi alla nazione in un discorso accorato in cui ha tentato di arginare i timori, altissimi, per un disastro nucleare in seguito ai danni provocati dal sisma e ha insistito: “Non sarà una nuova Cernobyl”.

Ma il “rischio che il reattore n.3 di Fukushima, ora sotto stress, possa avere un’esplosione simile a quella del reattore n.1” fa crescere la paura. Si susseguono le notizie e gli allarmi per i danni alla centrale di Fukushima, con dettagli che emergono di ora in ora più preoccupanti: le barre di combustibile al reattore n.3 hanno subito danni, dopo che i tentativi di evitarlo “non hanno avuto effetti”, ha riferito il ministro dell’economia e dell’industria nipponico.

Uno scenario catastrofico emerge anche dai dati sulle vittime del terremoto che ha colpito venerdì il nord-est del Paese e la cui magnitudo è stata oggi rivista a 9, un fenomeno sismico senza precedenti anche per il Giappone: oggi il capo della polizia della prefettura di Miyagi ha parlato di almeno 10’000 morti e dato il gran numero di persone ancora disperse, si teme che le vittime siano decine di migliaia.

Il capoluogo della prefettura, Sendai, è stato devastato da un’onda anomala di oltre 10 metri di altezza e centinaia di corpi sono stati rinvenuti lungo le coste. In città mancano cibo, acqua e carburante, lunghe code si sono formate davanti ai pochi negozi aperti e file ancora più lunghe di veicoli bloccano le strade che portano alle stazioni di rifornimento di carburante, mentre nell’intera zona migliaia di sfollati hanno trascorso un’altra notte al freddo, in rifugi di fortuna.

Milioni di persone sono rimaste senza corrente elettrica e oggi il premier ha comunicato che a partire da domani e sino a fine aprile verrà razionata l’erogazione di elettricità in tutto il Paese, a causa del blocco delle centrali nucleari. Gli evacuati sono 300.000, di questi 200.000 solo nel distretto di Fukushima dove sono almeno 160 le persone esposte al rischio contaminazione in seguito all’esplosione nella centrale nucleare.

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