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Smartphone in sala operatoria, la Francia si interroga

(Keystone-ATS) “Operare o twittare? Bisogna saper scegliere”: il quotidiano francese Le Parisien dedica un ampio articolo all’ultimo studio dell’associazione Medscape France, secondo cui lo smartphone è ormai “onnipresente in sala operatoria e non sempre per motivi professionali…”

Dagli anestesisti che inviano messaggini sorvegliando con la coda dell’occhio un parto peridurale, fino alle infermiere che giocano a Candy Crush in sala operatoria o agli stessi medici chirurghi che rispondono alle chiamate di moglie e figli prima di afferrare il bisturi…”.

Se in passato venivano considerate come dei santuari, stanze silenziose e ritmate solo dai bip regolari dei macchinari, oggi le sale operatorie sono piene di “vibrazioni, suonerie, jingle di giochi on-line”, scrive Le Parisien, aggiungendo che fino ad ora sono stati soprattutto gli Usa ad allarmarsi per tale fenomeno. Ma anche in Francia cominciano a farsi sentire le prime voci contrarie e c’è chi chiede di adottare un codice di condotta. In Texas, una paziente di 61 anni sotto i ferri per un problema cardiaco è morta perché l’anestesista era persa nella consultazione delle mail. Un altro paziente è rimasto parzialmente paralizzato dopo un intervento chirurgico perché il suo medico ha fatto almeno dieci telefonate personali durante l’intervento. Per non parlare di quella paziente giordana che si è sentita un telefono portatile vibrare nell’addome dopo un parto cesareo.

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