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Società anonime: centro-destra non vuole né Minder né quote rosa

(Keystone-ATS) La revisione della legge sulle società anonime suscita una vera e propria alzata di scudi nel centro-destra, che afferma: non è proprio il momento di integrare nella legislazione l’iniziativa Minder o le quote rosa nei vertici aziendali. Sinistra e sindacati appoggiano invece il progetto, ma sono i soli, pur affermando che esso non è abbastanza coraggioso su certi aspetti cruciali.

UDC, PPD, Unione delle arti e mestieri (USAM) e Swissholdings bocciano la revisione, la cui consultazione termina in questi giorni. In particolare Economiesuisse e Partito popolare democratico chiedono al Consiglio federale di bloccare il progetto, non ritenuto urgente, tenendo conto dei problemi economici che deve fronteggiare la Svizzera in un momento in cui il franco è troppo forte. Non vi è alcun termine per applicare l’iniziativa Minder contro i salari abusivi, approvata dal popolo nel 2013 con il 68% dei consensi, dichiara Economiesuisse. Inoltre, le società hanno tempo fino alla fine dell’anno per adeguarsi all’ordinanza in vigore, visto che ci si trova “in una fase transitoria”.

PLR, UDC e USAM sono allineate sulla stessa posizione. A loro parere il governo presenta “una realizzazione dell’iniziativa le cui esigenze vanno ben oltre le disposizioni dell’ordinanza di applicazione sui salari abusivi”.

Sull’altro fronte Travail.Suisse ritiene che le modifiche proposte non siano sufficienti per ristabilire la fiducia della popolazione nell’economia. Mancano, secondo il sindacato, proposte per una tassazione dei bonus, così come la trasparenza nella tassazione dei super stipendi.

Da parte sua il Partito socialista rileva che nella riforma non vi è alcuna misura volta a mettere un tetto ai salari e ai bonus milionari: se il Consiglio federale non apporterà miglioramenti su questo punto il PS proporrà al parlamento di introdurre una tassa sui bonus superiori a un milione. I socialisti vanno perfino oltre l’iniziativa Minder: esigono una maggiore democratizzazione delle imprese, con rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione.

La revisione di legge non si limita all’integrazione dell’iniziativa Minder: essa contiene infatti anche la questione delle quote rosa nei consigli di amministrazione e nei vertici aziendali. La destra è unanime nella sua ostilità: queste cose devono venir autoregolate, la politica non deve immischiarsi, secondo Erich Herzog di Economiesuisse, in linea con il PLR.

Il PPD si fa perfino minaccioso: “se, contrariamente alle attese, il governo porterà avanti la revisione del diritto delle società anonime, il partito si impegnerà tra l’altro contro le pseudo-quote femminili”.

Il PS e il sindacato Travail.Suisse sono invece favorevoli alle quote rose. Il primo esige una rappresentanza del 40% nei consigli di amministrazione e del 33% nella direzione delle imprese. Quote che andrebbero fissate nella legge e garantite da sanzioni.

La revisione legislativa riguarda anche la trasparenza nel settore delle materie prime. I grandi produttori di minerali, petrolio, gas naturale o legname quotati in Borsa dovrebbero, ad esempio, comunicare – in un rapporto elettronico – i versamenti superiori a 120 mila franchi fatti a governi.

Il PLR, al pari di UDC e USAM, ritiene che le proposte governative in questo ambito non abbiano alcuna correlazione con la revisione delle società anonime, giungendo a definirle “paternalistiche e inutili”, una minaccia per la competitività della piazza economica elvetica.

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