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Solar Impulse 2 lascerà le Hawaii il prossimo aprile

(Keystone-ATS) L’avventura di Solar Impulse 2 proseguirà in aprile, afferma André Borschberg, uno dei due piloti dell’aereo ad energia solare, in un’intervista pubblicata oggi dai giornali “24 heures” e “La Tribune de Genève”. Il resto del viaggio richiederà più “improvvisazione”.

Il team sogna di fare una tappa in Svizzera.

“”Saremo pronti a lasciare le Hawaii il 20 aprile, è il momento in cui subentra l’apporto energetico ottimale, quando le giornate sono sufficientemente lunghe e le notti sufficientemente corte per volare”, spiega il pilota. “Dal 20 febbraio” sono previsti test a terra mentre “in marzo ne verranno fatti in volo”, aggiunge precisando che le batterie dell’apparecchio sono state cambiate e l’insolazione è stata migliorata.

Dopo le Hawaii l’aereo solare, sempre sostenuto da “un team di oltre 100 persone”, avrà quattro possibilità: “potrebbe volare su Vancouver (Canada), San Francisco, Los Angeles o Phoenix (Usa)”, sostiene André Borschberg. Ma “in ogni caso, è prevista una tappa a New York”.

E poi? “È ancora tutto aperto”, spiega il pilota, “forse andremo in Inghilterra, Francia, Spagna o in Marocco.” Solar Impulse 2 non avrà più una tabella di marcia, con obiettivi da raggiungere, ma saranno possibili diverse destinazioni.

Tappa in Svizzera?

In un’intervista concessa alla televisione romanda RTS, Bertrand Piccard, il secondo pilota, ha detto che al suo team “piacerebbe molto” fare una tappa in Svizzera. “Ma ciò dipenderà dalla meteo (…). È prematuro annunciarlo già oggi”, ha aggiunto.

Payerne sembra essere la destinazione privilegiata, poiché l’aerodromo vodese possiede un hangar che Solar Impulse utilizza da diversi anni. Ma André Borschberg si è detto sicuro che “Ginevra e Zurigo sarebbero pure molto contenti di accoglierci”.

Questioni geopolitiche

Incertezza prevale anche per il ritorno dall’Europa ad Abu Dabi, “anch’esso non semplice, visto il mutato contesto geopolitico”, prosegue il pilota che esclude di sorvolare il Nordafrica, le Alpi (per le turbolenze estive), Siria, Iraq e Israele. “Credo che passeremo dall’Egitto e poi dall’Arabia saudita.”

Partito da Abu Dabi il 9 marzo 2015, il velivolo ha compiuto fino ad oggi quasi 18’000 chilometri. Proveniente dal Giappone, è atterrato lo scorso 3 luglio all’aeroporto Kalaeloa, sull’isola principale dell’arcipelago, O’hau, circa 30 chilometri a ovest di Honolulu, dopo aver percorso 8285 chilometri in un volo durato cinque giorni e cinque notti, la tappa più lunga del previsto giro del mondo di 35’000 chilometri.

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