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Somalia: dopo 7 mesi liberato cargo italiano Rosalia D’Amato

(Keystone-ATS) L’ultimo contatto risale tra le 9.30 e le 9.45 dello scorso 21 aprile: da allora niente altro. Sette mesi di apprensione, oggi finalmente finita con la liberazione del cargo Rosalia D’Amato. Liberi, dunque, i 21 componenti dell’equipaggio: sei italiani e 15 filippini. Per pochissimi minuti, oggi, la società armatrice è riuscita a parlare con il comandante del cargo, Orazio Lanza. E le sue parole “stiamo tutti bene”, hanno fatto respirare tutti.

L’apprensione in parte resta, perché la nave si trova ancora nelle acque somale. “Non è dunque in completa sicurezza – spiega il comandante Carlo Miccio, della napoletana società armatrice Perseveranza Navigazione – e fin quando non lo sarà, il cargo per noi non risulterà libero”. La Farnesina che “segue direttamente le fasi della liberazione” nel pomeriggio ha confermato che “si tratta di un’operazione ancora in corso in una zona a rischio, che pertanto potrà considerarsi conclusa solo dopo che l’equipaggio sarà stato preso in consegna dalle Autorità militari italiane”.

L’abbordaggio della Rosalia D’Amato avvenne nel Corno d’Africa, a circa 320 miglia a sud dell’Oman e a 300 a est dell’isola di Socotra. I pirati costrinsero il comandante a dirigere la motonave italiana verso le coste somale. Da allora, pochissimi i contatti: il comandante Carlo Miccio è riuscito a sentire poche volte, da quel 21 aprile, il comandante del cargo, Orazio Lanza, “tutte le volte mi ha riferito che l’equipaggio stava bene”.

Sei gli italiani a bordo: il comandante Orazio Lanza di Messina; Antonio Di Girolamo, direttore di macchina di Mazara del Vallo (Trapani); Gennaro Odoaldo, terzo ufficiale di coperta, Vincenzo Ambrosino, allievo ufficiale di macchina, entrambi di Procida (Napoli); Giuseppe Maresca, secondo ufficiale di coperta di Vico Equense (Napoli), Pasquale Massa primo ufficiale di coperta di Meta di Sorrento, ma residente in Belgio.

Se sia stato pagato o meno un riscatto, al momento nessuno lo conferma.

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