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Sommaruga stila bilancio dei primi sei mesi di presidenza

La presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga a colloquio con la televisione svizzerotedesca SRF in occasione della Festa nazionale. Keystone/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) L’epidemia di coronavirus ha caratterizzato i primi sei mesi di presidenza della Confederazione di Simonetta Sommaruga. La combinazione di pressione temporale e misure da decidere hanno rappresentato un forte peso per tutti i consiglieri federali.

“La responsabilità che ho sentito in questi mesi è stata enorme”, ha affermato ieri sera la Sommaruga in un colloquio con la televisione svizzerotedesca SRF in occasione della Festa nazionale. “Ma nei momenti di crisi sono una persona calma”, ha sostenuto, ammettendo tuttavia di non aver sempre dormito bene.

La pressione è stata grande per tutti i membri del governo, ed essi non sono sempre stati dello stesso avviso, ma non si è mai reso necessario votare, ha sottolineato. Quale presidente della Confederazione è suo compito conciliare diversi punti di vista ed esperienze e trovare una via di mezzo di modo che alla fine tutti si ritrovino un po’ nella decisione presa.

Alla popolazione la Sommaruga dà il voto “eccellente” per il suo comportamento. Vi è una certa fiducia nel Consiglio federale, ma è stato rilevante anche il fatto che la Svizzera ha appunto scelto una via di mezzo. Le misure non sono state adottate troppo presto, ma passo dopo passo, motivo per cui la popolazione ha compreso le decisioni e le ha rispettate.

La 60enne non si aspetta che qualora il numero dei casi di contagio salisse ulteriormente si torni alla stessa situazione come all’inizio dell’epidemia. “Ora siamo a un altro punto”, ha sostenuto. Con le esperienze raccolte e le misure attuate negli scorsi mesi il rischio di una ricaduta completa è piccola, ha sottolineato la Sommaruga.

La presidente della Confederazione si rallegra di occuparsi di nuovo anche di altri dossier: “i temi climatici mi stanno a cuore”, ha dichiarato. L’epidemia non deve ostacolare il lavoro su altri temi importanti per la Svizzera e il mondo. Tuttavia la crisi del coronavirus è ancora in primo piano: “non dobbiamo mollare e sentire anche il Primo agosto che siamo un paese e che restiamo uniti”.

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