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(Keystone-ATS) Le piccole e medie imprese (PMI) svizzere guardano al futuro con un certo pessimismo, secondo un sondaggio realizzato dal Credit Suisse fra 2’000 aziende, i cui risultati sono stati pubblicati oggi. Se la piazza economica svizzera continua ad essere interessante, il quadro normativo costituisce il principale freno allo sviluppo delle loro attività.

Stando all’indagine, le attese delle PMI sono perlopiù “negative” riguardo all’evoluzione dei dipendenti e delle qualifiche, alle condizioni di finanziamento, alle risorse in materie prime, al contesto economico (concorrenza, salari, livello della domanda). Le previsioni in merito alla regolamentazione e al quadro normativo sono valutate in maniera “molto negativa”.

Secondo Nicole Brändle Schlegel, responsabile dell’analisi settoriale presso il Credit Suisse, “anche se la situazione è migliorata, le PMI sono tutt’altro che euforiche”. Le piccole e medie aziende sono molto dipendenti dal mercato europeo e la crisi nella zona euro non è ancora superata, ha spiegato l’esperta.

Inoltre, nuove regolamentazioni e oneri amministrativi nonché la moltiplicazione delle iniziative popolari pesano sul clima degli affari. I soli fattori valutati “positivamente” per il futuro sono l’ambiente favorevole alla ricerca, i valori sociali e le infrastrutture.

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