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Sorveglianza assicurati: comitato liberale raccomanda “no”

Un comitato guidato dai Giovani Verdi liberali, è sceso in campo oggi a Berna raccomandando un "no" alla legge che consentirebbe alle assicurazioni sociali di sorvegliare i loro beneficiari KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) Non ci sono solo i partiti di sinistra e un gruppo di cittadini ad opporsi alla nuova base legale che consentirebbe alle assicurazioni sociali di sorvegliare i loro beneficiari.

Un comitato liberale, guidato dai Giovani Verdi liberali, è sceso in campo oggi a Berna raccomandando un “no” nelle urne il 25 novembre. In caso di approvazione, ha ammonito, le assicurazioni disporrebbero di troppa libertà nel controllo delle persone con una rendita.

La riforma della legge federale sulla parte generale del diritto delle assicurazioni sociali (LPGA), è stato spiegato in conferenza stampa, è stata elaborata dal parlamento seguendo il motto “il fine giustifica i mezzi”. Ma il diritto alla libertà individuale è essenziale in una democrazia e le restrizioni devono essere ridotte al minimo indispensabile, ha spiegato il presidente del comitato, Benjamin Gautschi, membro dei Giovani Verdi liberali di Zurigo.

Oltretutto, ha fatto notare Alain Schwald, vicepresidente dei Giovani liberali di Zurigo, il problema centrale di questa legge è la sua formulazione, poco chiara nei suoi aspetti centrali. In particolare non si capisce fino a che punto possa spingersi la sorveglianza: dobbiamo temere di essere spiati nella nostra camera da letto? “Secondo noi, e secondo molti giuristi, ciò potrebbe essere possibile”, ha messo in guardia.

Naturalmente gli abusi nel settore delle assicurazioni sociali devono essere combattuti ed è necessaria una legislazione chiara, ha da parte sua rilevato Ana Fontes Martins, del comitato direttivo dei Giovani Verdi liberali svizzeri, ma è altrettanto vero che è assolutamente necessario proteggere la sfera privata degli assicurati, a maggior ragione oggi che le pratiche di sorveglianza poco liberali sono all’ordine del giorno.

Secondo il comitato, balza agli occhi anche un conflitto di interessi, dato che le assicurazioni potrebbero in qualche modo svolgere contemporaneamente il ruolo di poliziotto e di giudice. Oltretutto gli investigatori privati sarebbero pagati dalle stesse assicurazioni, ciò che solleva dubbi sulla loro reale indipendenza, ha fatto ancora notare Fontes Martins, raccomandando di bocciare il progetto.

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