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Spagna: socialisti nella bufera

Pedro Sanchez attaccato nel suo stesso partito Keystone/EPA EFE/J.P.GANDUL sda-ats

(Keystone-ATS) Sono ora i socialisti nell’occhio del ciclone della infinita crisi politica della Spagna, senza nuovo governo da nove mesi per i veti incrociati dei grandi partiti.

Traballa nel Psoe la poltrona del segretario Pedro Sanchez contro il quale sarebbe in preparazione un ‘golpe’ interno mentre esplode lo scandalo della trama di corruzione socialista andalusa.

La procura di Madrid ha chiesto 6 anni di carcere per José Antonio Grinan, ex-presidente del Psoe e dell’Andalusia. E’ l’ultimo atto, per ora, della lunga crisi del socialismo spagnolo che dalla fine del franchismo ha governato il paese in alternanza con i popolari.

Un tranquillo bipolarismo esploso alle politiche di dicembre con il successo di Podemos e Ciudadanos.

Sanchez ha bloccato finora con il suo “no è no!” – a una Gran Coalicion e all’astensione per garantire la governabilità del paese – i tentativi del premier uscente Mariano Rajoy di formare un nuovo governo e porre fine alla crisi, evitando alla Spagna il ridicolo di tornare alle urne a Natale, per la terza volta in un anno.

Pp e Ciudadanos lo accusano di afferrarsi alla crisi e mantenere alta la tensione con Rajoy per salvare il più a lungo possibile la sua poltrona, minacciata dalla presidente andalusa Susana Diaz. A costo di imporre al paese nuove elezioni.

Nel Psoe l’atmosfera si fa pesante, diversi ‘baroni’ del partito ora lo attaccano. L’ex-segretario Alfredo Rubalcaba ha denunciato “un clima asfissiante” nel partito. Il presidente dell’Estremadura Guillermo Fernandez Vara, linciato nelle reti sociali per avere proposto di astenersi su Rajoy, ha accusato gli uomini del segretario di organizzare campagne nei socials per mettere a tacere le voci critiche.

Gli hanno espresso solidarietà diversi ‘baroni’, la stessa Diaz, i presidenti di Castiglia La Mancia, Valencia, Aragon. L’impennata di tensione potrebbe innescare, scrive La Razon, un “golpe contro Sanchez” in seno all’esecutivo del partito.

Diversi dirigenti del Psoe vogliono evitare ad ogni costo un ritorno alle urne che i sondaggi prevedono disastroso – dopo già i due peggiori risultati storici in dicembre e giugno – per Sanchez, visto da molti come il principale responsabile dell’infinito blocco delle istituzioni.

Le elezioni basche e galiziane del 25 settembre se andranno male per il Psoe potrebbero accelerarne la caduta. C’è poi la ‘bomba Grinan’ che, al momento giusto per Rajoy, ha dirottato l’attenzione dagli scandali di corruzione del Pp.

L’ex-presidente Psoe con altri 25 dirigenti socialisti e alti funzionari andalusi è accusato dalla procura anti-corruzione per il dirottamento di 741 milioni di euro dei fondi Ere per le imprese in difficoltà, distribuiti ad amici politici, consolidando cosi la rete di potere del Psoe in Andalusia, una regione che controlla da 30 anni.

E’ il maggiore scandalo di corruzione in Spagna, dove già non mancano, ed evidenzia una forma di gestione clientelare della politica eretta a sistema. Il processo è previsto nel 2017. Ma i danni al glorioso Psoe di Felipe Gonzalez già sono pesanti.

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