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Spari in Afghanistan, morti tra soldati Usa e afghani

Morti e feriti tra soldati statunitensi e afghani durante una operazione nella provincia di Nangarhar. Un individuo in divisa afghana ha aperto il fuoco con una mitragliatrice. KEYSTONE/AP/Rahmat Gul sda-ats

(Keystone-ATS) Morti e feriti tra soldati statunitensi e afghani in uno scontro a fuoco durante una operazione congiunta nella provincia orientale afghana di Nangarhar, roccaforte dei talebani ma anche dell’Isis.

Dalle ultime ricostruzioni dell’accaduto, emerge che un individuo in divisa afghana ha aperto il fuoco con una mitragliatrice. Le autorità fanno comunque sapere che continua la raccolta di informazioni sull’episodio.

Stando al colonnello Sonny Leggett, portavoce di USFOR-A, “due soldati Usa sono stati uccisi e sei altri feriti in uno scontro a fuoco l’8 febbraio nel distretto di Sherzad, nella provincia di Nangarhar. I feriti hanno ricevuto assistenza medica in una struttura Usa”.

Secondo due ufficiali afghani, sono sei i militari afghani uccisi.

Il comando militare Usa a Kabul ha confermato che forze americane e afghane sono finite sotto il “fuoco diretto”.

Per ora ci sono due scenari possibili. Il primo è quello di un agguato da parte dei talebani, che stanno perdendo terreno nella zona. Il secondo, accreditato da più fonti, è quello di uno scontro a fuoco innescato da talebani infiltrati fra le fila afghane alleate, come successo in passato.

Negli ultimi anni il numero di tali attacchi è sceso parallelamente alla riduzione della presenza Usa e al ruolo non più in prima linea ma di supporto delle forze afghane. Ma il pericolo è sempre dietro l’angolo: l’anno scorso il gen. Austin Miller, il comandante delle truppe Usa e Nato nel Paese, è scampato di un soffio ai colpi di un talebano infiltrato con l’uniforme di un soldato afghano, mentre il generale afghano accanto a lui è rimasto ucciso.

L’ultimo incidente arriva in un momento delicato, in cui i negoziatori americani hanno riavviato i negoziati di pace con i talebani per mettere fine a 19 anni di guerra, la più lunga della storia americana. Se spuntasse una responsabilità dei talebani, i colloqui potrebbero subire un nuovo stop, dopo quello che aveva deciso Donald Trump lo scorso settembre per un’autobomba a Kabul che uccise un soldato americano e una decina di afghani. Una battuta d’arresto che impedirebbe al tycoon di mantenere la promessa elettorale di terminare le guerre “senza fine” e di riportare a casa le truppe.

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