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Sperimentazione: animali da laboratorio poco protetti, PSA

(Keystone-ATS) Gli animali da laboratorio non hanno tratto vantaggi dall’ultima revisione dell’ordinanza sulla protezione degli animali. Ricercatori detengono esseri viventi in condizioni che garantirebbero una denuncia penale a qualunque altro proprietario, afferma la Protezione svizzera degli animali (PSA).

Il possesso di roditori come ratti, topolini o porcellini d’india come animali da compagnia sottostà a prescrizioni legali severe. Le stesse specie, se detenute in laboratorio, sono invece molto meno protette, scrive oggi la PSA in un comunicato.

La Protezione animali valuta scandaloso il fatto che la legislazione protegge in modo diverso cani, gatti o topi secondo il grado di affezione: “dal momento che gli animali da laboratorio devono soffrire per noi, dovrebbero almeno essere tenuti in maniera adeguata”.

Un altro fatto denunciato dalla PSA, sono “le misere sovvenzioni” accordate alla ricerca di metodi alternativi, previste dalla legge. La Confederazione investe solamente 400’000 franchi all’anno in questo settore. Una goccia nel mare se comparato ai 100 milioni versati alle sperimentazioni con animali.

L’associazione animalista ricorda inoltre che, secondo un sondaggio rappresentativo di Demoscope, la popolazione non vede di buon occhio le ricerche sugli animali. In particolare, il 75% rifiuta quelle riguardanti pesticidi e detersivi.

Secondo le cifre dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV), oltre 606’000 animali sono stati utilizzati per test in Svizzera nel 2012. L’80% erano roditori, il 9% uccelli e il 4% pesci.

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