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Spia svizzera in Germania vuole testimoniare, SIC in difficoltà

La sede dei Servizi di informazione della Confederazione KEYSTONE/PETER KLAUNZER sda-ats

(Keystone-ATS) L’intricata vicenda di spionaggio tra Svizzera e Germania continua a tenere banco sulla stampa del fine settimana. Il 54enne arrestato a fine aprile a Francoforte con l’accusa di spionaggio per uno Stato estero sarebbe pronto a testimoniare “contro la Svizzera”.

Diversi membri del servizio segreto elvetico SIC non oserebbero ormai più varcare i confini per il timore di essere arrestati.

Quest’ultima informazione è riferita oggi dalla “SonntagsZeitung” e naturalmente non trova conferma ufficiale, come la maggior parte di ciò che è emerso negli ultimi giorni. Stando al domenicale zurighese, sarebbe stato lo stesso Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) a vietare i viaggi nello spazio Schengen, in particolare in Germania, a suoi dipendenti, quale misura precauzionale dopo che i nomi di più membri dell’intelligence elvetico sono stati resi noti. A Berna – scrive il domenicale – si teme infatti che possano essere arrestati o per lo meno fermati e interrogati.

Gli inquirenti tedeschi hanno già identificato sei uomini dei servizi elvetici che affidavano missioni allo svizzero in carcere in Germania dal 28 aprile, ne verificavano il lavoro ed effettuavano i pagamenti, secondo quanto ha affermato l’avvocato del 54enne Valentin Landmann in una intervista pubblicata sabato dalla “Schweiz am Wochenende”.

Fra le persone citate nel mandato figura addirittura il 58enne sostituto direttore del SIC, Paul Zinniker, alla testa della sezione Ricerca del servizio diretto da Markus Seiler.

Informazioni dalla Procura federale

Le informazioni alla base di questo mandato sono giunte per vie traverse agli inquirenti tedeschi e sono basate sul verbale di un interrogatorio del 54enne effettuato dal Ministero pubblico della Confederazione nell’ambito di una propria inchiesta a suo carico aperta nel 2015 per “sospetto spionaggio economico”, in relazione a un presunto furto di dati bancari. L’uomo aveva sostenuto di aver compiuto missioni di spionaggio in Germania – nel mirino gli inquirenti del fisco del Nordreno-Vestfalia alla ricerca di dati sugli evasori fiscali tedeschi nelle banche elvetiche – per conto del SIC e aveva fornito una messe di particolari.

Nell’intervista pubblicata sabato, l’avvocato Landmann afferma che il suo cliente è ora disposto a testimoniare “anche contro la Svizzera”. A suo avviso non potrà essere accusato per questo di violazione del segreto di Stato visto che gli autorità tedesche sono già in possesso di molte informazioni, fornite senza censure dalla Procura federale.

Azione in Germania illegale

Intanto nell’edizione odierna la “NZZ am Sonntag” riferisce di una discussione avuta dal Consiglio federale il 21 settembre 2010, nel pieno della vertenza fiscale tra Svizzera e Germania, riguardo alla legalità o meno di una eventuale estensione del mandato del SIC a compiti di controspionaggio in difesa della piazza finanziaria, economica e tecnologica svizzera. Poiché membri del governo avrebbero espresso dei dubbi al riguardo, l’Ufficio federale di giustizia (UFG) fu incaricato di redigere una perizia giuridica.

L’UFG la fornì il 2 dicembre 2010. La perizia, allora confidenziale ma ora declassificata e di cui anche l’ats ha potuto procurarsi una copia, conclude che una simile estensione delle competenze del SIC a difesa degli interessi economici del paese avrebbe richiesto una modifica della legge sui servizi d’informazione civili. In altre parole: azioni dell’intelligence elvetica all’estero con obiettivi economici sarebbero state illegali.

Nonostante questa perizia, nella seconda metà del 2011 il SIC aveva assegnato all’uomo ora in carcere in Germania il compito di procurarsi informazioni non pubbliche sugli inquirenti fiscali tedeschi.

Con la nuova legge federale sulle attività informative (LAIn), approvata dal popolo svizzero il 25 settembre 2016 con il 65,5% dei voti e che dovrebbe entrare in vigore il primo settembre 2017, il SIC ha nel frattempo ottenuto le competenze che allora gli mancavano. La legge prevede esplicitamente (art. 3) che “nel caso di una minaccia grave e incombente” il Consiglio federale possa “impiegare il SIC per tutelare altri interessi nazionali”, in particolare per “proteggere la piazza industriale, economica e finanziaria”.

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