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SSR: offerta online problematica nell’8,4% dei casi

(Keystone-ATS) L’offerta online di SRG SSR è problematica rispetto ai termini della concessione nell’8,4% dei casi, stando ad uno studio dell’università di Zurigo realizzato su mandato della Confederazione. I problemi riguardano essenzialmente i siti per la vendita e i blog generati dalle redazioni o dagli utenti. La ricerca rivela pure grosse differenze dei contenuti online tra le unità aziendali delle tre maggiori regioni linguistiche.

Nel 2010 “oltre il 90% delle pagine internet esaminate non presenta alcuna irregolarità, mentre per l’8,4% dei casi rimangono alcune riserve”, scrive oggi in una nota l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), che ha ordinato lo studio. La quota di “zona grigia” è in lieve calo rispetto al 2009 (9,3%), il primo anno in cui è stata realizzata la ricerca.

Con le espressioni “zona grigia” o “conformità non chiara alla concessione” l’Istituto di pubblicistica e ricerca sui media dell’ateneo zurighese (IPMZ), autore dello studio, designa l’offerta online per cui “la conformità alla concessione non può essere dimostrata con i mezzi a disposizione della ricerca” e per cui “non vi è inoltre alcuna ragione che permetta di ritenere realizzata la conformità alla concessione”.

Tra tutte le categorie analizzate, la quota maggiore di siti “dubbi” si concentra tra i contenuti interattivi prodotti dagli utenti. Oltre l’85% di essi, infatti, si è rivelato privo di un rapporto diretto con le trasmissioni dell’emittente. La concessione della SSR prevede che l’offerta online svolga una funzione di complemento e approfondimento dei contributi radiotelevisivi.

Della “zona grigia”, espressione che nello studio di 113 pagine ricorre 133 volte, fa parte anche la vendita di articoli che non hanno un legame con le trasmissioni. I ricercatori criticano in particolare la “boutique” della Radio svizzero romanda (RSR) e soprattutto il “Radiokiosk” di quella svizzero tedesca (DRS). Nel primo caso la “conformità poco chiara” riguarda sei articoli su dieci, nel secondo nove su dieci.

La Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) presenta una situazione sensibilmente diversa dalle aziende SSR delle altre regioni linguistiche. I “casi non chiari” si trovano per l’84,3% “nell’ambito di contenuti redazionali”, contro il 68,5% nel 2009, in particolare nelle rubriche Tech & Scienze, Stile libero e Musica. Per l’insieme delle aziende della SSR analizzate la quota è del 58,2%. Inoltre tutti i casi di informazione cinematografica “non chiara” si trovano presso RSI, nelle rubriche Stile libero e Filmselezione.

Lo studio “SRG Online Beobachtung 2010”, disponibile solo in lingua tedesca, mostra anche che ciascuna unità aziendale dell’emittente pone un differente accento sui vari contenuti: in media la Televisione svizzero romanda (TSR) ha messo in rete molta politica e fiction, quella svizzero tedesca (SF) soprattutto sport e temi di società, DRS principalmente economia, RSR e RSI una percentuale considerevole di musica popolare.

Nella ricerca è stato esaminato il contenuto di un campione “rappresentativo casuale” di 2000 pagine web su un totale di 500’000 attive. L’analisi dei link si è concentrata su 500 di essi, scelti da un totale di circa 1,4 milioni di URL di circa 20’000 differenti nomi di dominio. Lo studio è costato 78’600 franchi.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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