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Strategia energetica, sondaggio vede il sì al 61%

Doris Leuthard - qui a Ottawa - può sorridere. KEYSTONE/AP CP/FRED CHARTRAND sda-ats

(Keystone-ATS) La Strategia energetica 2050 sarebbe stata approvata dal 61% dei votanti, se lo scrutinio si fosse tenuto la scorsa settimana. In Ticino la percentuale di sì sarebbe addirittura maggiore: 68% stando al primo sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bern per la SSR SRG.

La partecipazione sarebbe stata del 45%.

I sostenitori della nuova Legge sull’energia iniziano la campagna con un vantaggio di 31 punti percentuali. Fra gli elettori che intendono recarsi alle urne, quelli assolutamente o tendenzialmente favorevoli sono infatti il 61%, i contrari il 30% e gli indecisi il 9%. In tutte e tre le regioni linguistiche l’oggetto verrebbe approvato a netta maggioranza, ma la percentuale è più bassa in Svizzera tedesca: 57% di sì e 33% di no. In Ticino i favorevoli sono il 68% e i contrari il 21%, mentre in Romandia la proporzione è 68% a favore e 18% contrari.

Per quanto riguarda la formazione dell’opinione, gfs sottolinea che è già ad una stadio avanzato visto che il 33% degli intervistati dichiara di essere assolutamente favorevole, e il 19% assolutamente contrario. Gli elettori socialisti (87% sì) e verdi (83%) sono i più schierati a sostegno della Strategia energetica. Anche PPD (72%) e PLR (60%) sono in maggioranza a favore, mentre i contrari sono preponderanti fra solo gli elettori UDC (54% di no).

Sull’opinione degli intervistati ha un notevole impatto il giudizio che essi hanno sulla presidente della Confederazione Doris Leuthard. Gli elettori che hanno di lei un’impressione positiva sono chiaramente maggioritari (65% contro 22%) e di questi il 72% intende approvare l’oggetto in votazione. Analogamente, il 59% di coloro che non ritengono la ministra credibile è intenzionato a bocciare la legge.

In questa votazione la fiducia nel Consiglio federale non ha invece un ruolo determinante: i favorevoli alla strategia energetica infatti sono maggioritari anche fra chi si dimostra scettico verso il governo (46% favorevoli, 43% contrari).

Neppure lo statuto socioeconomico sembra essere decisivo: ai due poli, le persone con i redditi più elevati sono fra i più convinti oppositori della legge, ma anche le persone con un basso livello di formazione e le economie con redditi più bassi sono tendenzialmente per il no.

Fra gli argomenti che convincono maggiormente chi intende votare sì vi è la creazione di posti di lavoro grazie alle energie rinnovabili (73% a favore). Anche l’idea di utilizzare fonti energetiche locali e rinnovabili (61%) e di rinunciare all’energia nucleare (54%) risultano convincenti. Per quanto riguarda il campo del no, l’argomento che fa maggiormente breccia è l’aumento della burocrazia (63%). Anche il timore di costi supplementari risulta efficace (65%) mentre solo il 37% crede che l’approvazione metterebbe in pericolo l’approvvigionamento energetico.

Il sondaggio è stato realizzato il 30 e 31 marzo su un campione di 1203 persone: 701 nella Svizzera tedesca, 302 in Romandia e 200 nella Svizzera italiana. Il margine d’errore del campione è di +/- 2,9%.

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